10 Marzo 2023 - 17:52 . Cronaca
A Guidonia i funerali dei piloti Cipriano e Meneghello. Il vescovo: “Le loro manovre hanno evitato una tragedia peggiore”
“Noi non siamo pronti, loro lo erano perchè hanno saputo vivere con intensità”. È la frase simbolo dell’omelia celebrata da monsignor Santo Marcianò per i funerali solenni dei piloti aeronautici Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello, officiati a Guidonia nella chiesa di Santa Maria di Loreto.
Cipriano e Meneghello si sono scontrati in aria la mattina del 7 marzo, a Guidonia, i loro velivoli sono precipitati al suolo, i due piloti sono morti sul colpo.
“La loro storia fino all’ultimo gesto di eroismo insegna che non si vive solo per se stessi. Grazie alla loro manovra estrema si è sventata una tragedia di dimensioni maggiori, la manovra estrema non è solo perizia e coraggio — ha ricordato il monsignore — ma è stata ancor più istinto sgorgato dal cuore e umanità profonda dei nostri amici”. Quanto accaduto “non è un’ombra sul Centenario — ha detto ancora Marcianò nel corso della sua omelia rivolgendosi alla ‘famiglia Aeronautica’ — ma la lucerna di cui parla Gesù sul vostro servizio per la giustizia e la pace. Giuseppe e Marco hanno vissuto il rischio, ma non quello di chi sfida la morte perché disprezza la vita. È il rischio previsto in una professione che, se portata avanti fino alla fine, espone al rischio stesso della propria vita per il bene della vita altrui”.
Marcianò ha ringraziato direttamente i due piloti deceduti: “Due vite accomunate da una passione infinita per il volo e da una grande competenza nello svolgimento dei propri compiti. Giuseppe: un’esperienza di istruttore di volo lunga, validissima e richiesta anche all’estero, in scuole, in missioni di sostegno alla pace, come pure nel supporto alla protezione civile per le calamità naturali e i trasporti sanitari. Marco: una dedizione consegnata a compiti diversi, tra i quali il soccorso aereo e il trasporto di pazienti in biocontenimento nell’emergenza pandemica da Covid-19. Due esistenze intense, seppur brevi”.
“Rimarrete nei nostri cuori — ha concluso il prelato —. Marco e Giuseppe erano con ‘l’abito di lavoro’, con la tuta da volo, di servizio, potremmo dire, con la divisa. Ed è commovente che la morte li abbia colti così, in una pienezza di vita”.