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Da Porta Maggiore a Frascati: a San Lorenzo la prima ferrovia dello Stato Pontificio
Alla metà dell’Ottocento, la modernità si affaccia su San Lorenzo sotto forma di un treno che parte da Porta Maggiore. Uno sbuffo di fumo si innalza sopra la locomotiva che marcia sui binari, trainando le carrozze. Affacciati a finestrini, i passeggeri vedono la città allontanarsi alle loro spalle. La destinazione è Frascati, a circa 20 chilometri d distanza da Porta Maggiore: è la prima linea ferroviaria dello Stato Pontificio.
A ordinarne la costruzione è Papa Pio IX, un pontefice che sembra molto aperto alle innovazioni. Pio IX no appena sale sul soglio pontificio, dà mandato al cardinale Pasquale Gizzi, perché vengano realizzate tre diverse linee: la Roma-Frascati-Ceprano, la Roma-Civitavecchia e la Roma-Ancona-Bologna. È il 7 novembre del 1846. I lavori per la realizzazione della linea che deve raggiungere Frascati e da lì il confine con il Regno delle due Sicilie, vengono dati in concessione alla società Pio-Latina. Ci vogliono circa otto anni di lavoro, tra alterne vicende.
L’INAUGURAZIONE DELLA LINEA
È una calda giornata d’estate, il 7 luglio 1856, quando la linea viene inaugurata. Il tragitto dura in tutto 28 minuti. Una settimana dopo, il 14 luglio, la tratta viene aperta al regolare esercizio. Sono previste cinque corse al giorno. I biglietti vengono venduti fino a cinque minuti prima della partenza. Il regolamento prevede che il passeggero restituisca il titolo di viaggio quando giunge a destinazione. Altrimenti è chiamato a pagare l’intera corsa, dal capolinea più lontano.
Questa linea, celebrata in pompa magna, rappresenta in realtà un esperimento fallimentare.
“Non partiva da Roma, e non arrivava a Frascati”, osserva ironicamente Pasquino, la statua parlante collocata vicino a Piazza Navona, evidenziando il problema maggiore. Le due stazioni, infatti, si trovano entrambe fuori mano e sono scomode da raggiungere.
Poco tempo dopo, questa stazione verrà dismessa e poi cancellata. Non serve più visto che si è deciso di creare un unico grande snodo: è la Stazione centrale, quella che oggi chiamiamo Termini.
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