9 Luglio 2021 - 15:17 . Cronaca
Maxi operazione anti-droga a nord di Roma, tra gli indagati una famiglia legata a Banda della Magliana
Rifornivano di droga l’area a nord di Roma, tra di loro c’erano anche gli esponenti di una famiglia di Morlupo in passato vicina alla banda della Magliana. A bloccare l’attività dell’organizzazione criminale sono intervenuti i carabinieri, che hanno eseguito un’ordinanza emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Tivoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 12 soggetti, tra cui 2 donne. Tutti destinatari di misure cautelari (4 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 4 all’obbligo di dimora e 2 all’obbligo di presentazione in caserma).
Agli indagati – tutti residenti nell’area nord della provincia romana e, in particolare, tra i comuni di Castelnuovo di Porto e Morlupo – sono contestati, a vario titolo, i reati di “concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, incendio, porto e detenzione illegale di armi da fuoco”.
L’operazione “Gerione”
L’attività d’indagine, convenzionalmente denominata “Gerione”, ha avuto inizio a maggio 2019, a seguito di un arresto in flagranza di reato per detenzione di 6 chilogrammi di hashish e delle munizioni, operato dai carabinieri di Castelnuovo di Porto nel comune di Morlupo.
È emerso che quanto rinvenuto era riconducibile a un altro soggetto del posto, già noto alle forze dell’ordine, il quale avrebbe costretto con minacce e violenza l’arrestato a detenere per suo conto la droga. Le indagini hanno permesso di acquisire importanti indizi di colpa a carico dei componenti di una famiglia di Morlupo, nota alle cronache locali poiché collegata, in passato, alla famigerata Banda della Magliana.
È stato addirittura accertato che uno degli arrestati, rapinatore seriale, attualmente detenuto, forniva dal carcere disposizioni operative al fratello, per cui tramite “pizzini” e conversazioni intrattenute con cellulari illegalmente detenuti, continuava a gestire l’attività di traffico di stupefacenti tra Roma, Castelnuovo e Morlupo.
Nel corso dell’indagine, si è riusciti ad individuare il canale di approvvigionamento del mercato locale di stupefacenti, rifornito con spedizioni periodiche di ingenti quantitativi provenienti dal quartiere Casal Bruciato di Roma. Il gruppo era talmente ben organizzato che uno dei corrieri utilizzati, dipendente di una tipografia, per non destare sospetti effettuava il trasporto dello stupefacente mediante l’utilizzo di un mezzo della propria ditta.
Dall’attività investigativa è emersa anche una rete di contatti e connivenze tra svariati soggetti locali che, in maniera non sempre consenziente, forniva appoggio all’attività di spaccio condotta dalla compagine criminale. Tra questi figura una donna di Morlupo la quale sarebbe stata costretta a detenere e spacciare lo stupefacente. Un’altra donna, invece, colpita dalla misura cautelare poiché organicamente inserita nel gruppo criminale, si occupava della riscossione dei pagamenti.
Le violenze
Gli arrestati, che godevano di un tenore di vita particolarmente alto grazie ai proventi dello spaccio, non si facevano scrupolo a risolvere dissidi privati e controversie mediante atti di violenza efferata. In un caso, avrebbero danneggiato una concessionaria auto con una molotov, poiché un veicolo di grossa cilindrata lì acquistata aveva presentato dei problemi meccanici.
I carabinieri hanno eseguito anche il sequestro di beni mobili, immobili e conti correnti, per un valore di oltre seicentomila euro (tra cui una villetta ubicata a Morlupo e due autovetture), oltre a numerose perquisizioni a carico di soggetti vicini al gruppo criminale di Morlupo.
Nel corso delle fasi operative dell’esecuzione dell’ordinanza, questa mattina, i carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, un’altra persona, vicina al gruppo criminale, per reati inerenti gli stupefacenti, e sequestrato una pistola a salve completa di cartucce, 65 grammi di hashish, 10 grammi di marijuana e 4.150 euro in contanti.