“Dove fanno il deserto, lo chiamano pace”. L’Osservatorio Sherwood, occhio sempre vigile sui destini di Villa Ada, cita Tacito per descrivere gli abbattimenti dei pini in corso sul colle delle Cavalle Madri.

“Pini condannati a morte e dichiarati ‘pericolosi e giunti a fine ciclo vitale’ da un censimento arboreo i cui risultati non sono mai stati resi noti nel dettaglio ai cittadini — lamentano gli attivisti —. Così, mentre cambia per sempre il paesaggio di una delle più importanti ville storiche di Roma e va assottigliandosi la ricchezza naturalistica di una delle più belle foreste urbane d’Europa, la riforestazione promessa dal Campidoglio resta al palo. Dove sono finiti i mille alberi annunciati dal sindaco Gualtieri e dall’assessora Alfonsi a Monte Antenne? E quando saranno rimpiazzati i tanti piccoli nuovi pini che si sono immediatamente seccati questa estate? Altrimenti il volto di Villa Ada resterà irrimediabilmente sfregiato”.

Intanto, cataste di tronchi restano ammassati. Un “deserto” che, però, non porta pace agli attivisti.