8 Maggio 2020 - 8:40 . Parioli . Cronaca
Villa Ada, il Comune dice sì al restauro del Casale della Finanziera (ed è già polemica)
di Daniele Galli
Il documento è di un mese fa, ma è assolutamente attuale. È rimasto in penombra, offuscato dalla luce sull’emergenza Coronavirus. Il 2 aprile, la Giunta capitolina ha approvato il primo progetto di recupero degli immobili di Villa Ada. La priorità è stata data al Casale della Finanziera, che deve il suo nome – curiosità – a monte Finanziere, altisonante definizione della piccola altura su cui sorge il Casale. Non solo. In attesa di progettare la riqualificazione anche degli altri (fatiscenti) edifici del parco, il Campidoglio li metterà in sicurezza. I soldi ci sono: 740.625 euro, di cui 500 mila per il Casale della Finanziera.
LA RINASCITA
Fino agli anni 2000, l’immobile aveva accolto enti e associazioni come Arpa Lazio e Wwf. Il crollo di un pino sul tetto determinò la cessazione di ogni attività. E negli anni, a più riprese, sulla struttura si sono accaniti i vandali. Questa delibera sancisce adesso la rinascita. Si tratta di un primo atto. Ne servirà un altro per l’approvazione del progetto esecutivo e l’indizione della gara di appalto. Lo stanziamento dei fondi è comunque una garanzia: il Casale della Finanziera sarà restaurato.
IL DISEGNO DEL CAMPIDOGLIO
Dopo anni di oblio, il Comune traccia quindi una strada per il recupero di un immobile di Villa Ada. Il disegno del Campidoglio però è molto più ambizioso. La giunta Raggi punta a ridare smalto a tutti gli edifici del parco. “Questo capitale – si legge sulla delibera del 2 aprile – porta con sé una grande ricchezza che aspetta solo di essere valorizzata e messa a disposizione della cittadinanza, con il duplice risultato di offrire maggiori servizi ai cittadini e migliorare la gestione e la manutenzione di alcune aree del parco attraverso la realizzazione di bandi pubblici per dare in concessione i beni disponibili”.
IL PERCORSO DEL COMUNE
Già, “in concessione”. Resta da comprendere infatti il sentiero che vorrà battere Roma Capitale per la riqualificazione dell’intero patrimonio immobiliare. Un indizio è contenuto nella delibera: “Il presente intervento (la ristrutturazione di Casale della Finanziera, ndr) vuole iniziare a dare un segnale positivo alla popolazione cosi che possa fungere da volano per il recupero graduale anche degli altri beni (promuovendo l’ausilio di capitali privati)”. In che modo i privati possano intervenire, e con quali scopi, il Campidoglio non lo dice.
UNA CASA DEI BAMBINI
Almeno per quanto riguarda il Casale della Finanziera, nel documento c’è tuttavia un’indicazione sui “desiderata” del Comune. “Gli utilizzi che sembrano essere più idonei – si legge sempre sulla delibera – sono legati all’infanzia, in quanto l’edificio si trova nell’area del parco a maggior frequentazione da parte delle famiglie. Lo spazio potrebbe ospitare una biblioteca per bambini, una ludoteca e spazi per mostre temporanee e laboratori. Potranno essere previste attività all’esterno nello spazio di pertinenza e spazi ad uso “flessibile” per feste private di bambini, per i centri estivi che affollano la Villa nei mesi estivi senza la possibilità di ristoro ed altri che potranno essere individuati”.
LE CRITICHE AL PROGETTO
L’assenza di una programmazione globale e di un confronto con la comunità, ma soprattutto quel passaggio sull’“ausilio dei capitali privati”, hanno suscitato perplessità nell’associazione Carte in Regola. È una rete di comitati cittadini guidata da Anna Maria Bianchi particolarmente attiva sul tema della rigenerazione urbana. “Sorgono immediati dei dubbi – dice Carte in Regola sul proprio sito – sulla scelta di investire su un casale senza aver predisposto un piano generale di recupero del parco dove sorgono vari manufatti abbandonati, sulla – ancora una volta – mancata condivisione con i cittadini e soprattutto su una ventilata concessione del casale restaurato a privati”.
IL CASO DELLE SCUDERIE
L’impegno del Campidoglio di restaurare una struttura che cade a pezzi riporta a galla i tentativi delle amministrazioni precedenti di recuperare il patrimonio edilizio di Villa Ada. Emblematico, in questo senso, è stato il caso delle ex Scuderie reali. Furono fatte costruire alla fine dell’Ottocento da Vittorio Emanuele II, sia per dare riparo ai cavalli, sia per fornire un alloggio ai manutentori delle carrozze del re. Abbandonate nel corso del Novecento al loro destino, hanno costituito un riparo di fortuna per i senzatetto.
Nel 2004, l’allora giunta Veltroni cercò di fare delle ex Scuderie un Museo del giocattolo. Il Campidoglio partecipò addirittura ad alcune aste internazionali, pur di assicurarsi giocattoli antichissimi, come una bambola azteca del Quattrocento e una delle prime Barbie realizzate negli anni 50.
Il progetto incontrò le resistenze di diverse associazioni ambientaliste, che temevano una cementificazione di Villa Ada e un’alterazione della naturale vocazione a polmone verde del parco. Così naufragò.
Stessa sorta è toccata qualche anno dopo all’idea del sindaco Gianni Alemanno di trasformare quegli immobili in una Casa della moda. Con una differenza sostanziale tra i due progetti. Nel primo, quello targato Veltroni, non si prospettava l’impiego di capitali privati; nel secondo, quei capitali erano quantomeno il propulsore.
L’effetto è stato lo stallo totale e la decadenza irreversibile delle ex Scuderie. Al punto che i loro tetti, come documentato due anni fa da RomaH24, sono divenuti location per festini notturni estremamente pericolosi.
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