10 Luglio 2020 - 10:00 . Parioli . Cronaca
Tavolini extra per i ristoranti, ecco come lavorano i locali dei Parioli
Niente tavolini pazzi ai Parioli. Non ancora almeno. Il 7 luglio in Consiglio comunale è passata la delibera sui tavolini. Per i ristoratori di Roma sarà possibile aumentare l’occupazione di suolo pubblico fino al 50% nel centro storico e fino al 70% nelle altre zone della città, per i prossimi 18 mesi.
Ma nel quartiere la situazione sembra sotto controllo. Pochi, per ora, i locali che hanno richiesto un’occupazione del suolo pubblico maggiore rispetto al passato. Per adesso le persone possono camminare senza intralci sui marciapiedi e i clienti dei locali possono mangiare mantenendo le distanze di sicurezza.
Tradotto: i residenti non dovrebbero perdere posti auto all’aperto a causa dell’allargamento dei dehors dei ristoranti. “Per adesso non abbiamo necessità di aggiungere tavolini fuori”, spiega Emiliano, titolare di “Pinsa e buoi dei Paesi tuoi” a viale Liegi. “Ci bastano quelli che abbiamo per adesso. Semmai abbiamo il problema di occupare i tavoli che già abbiamo su strada”. Una posizione simile a quella di altri locali della zona, come “Il Caminetto”: “Faremo domanda per il futuro, ma nell’immediato non ci interessa”, spiega il direttore dello storico ristorante a viale dei Parioli.
“Abbiamo fatto richiesta al Comune di Roma e da qualche giorno abbiamo aumentato il numero di tavolini all’aperto del 35% circa”. Sono le parole del titolare di Ercoli, storico locale con veranda, aperto negli anni 20 al civico 184. “Stiamo attenti soprattutto a mantenere le distanze tra i tavoli e poi la sera, aggiungiamo qualche tavolino in più, ma senza intralciare il passaggio delle persone sul marciapiede, anche perché la polizia locale passa spesso a fare i controlli. In modo discreto verificano i distanziamenti e che non superiamo le percentuali di suolo pubblico che abbiamo richiesto”.
Possibile che la situazione cambi a settembre, quando i residenti torneranno a ripopolare il quartiere e allora i ristoratori avranno bisogno di occupare maggiore spazio di suolo pubblico.
LEGGI lo speciale (a cura di Daniele Petroselli)