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Bar, pub e ristoranti: scontro sul suolo in più. Il sì del Campidoglio tra un mese (forse)

di Claudio Lollobrigida

Mentre in altre città italiane l’incremento del suolo pubblico per bar e ristoranti è già realtà – Bari, per esempio – a Roma è buio pesto sulla delibera. Il 18 maggio bar e ristoranti dei nostri quartieri potrebbero “solo” riaprire (ma manca il via libera del governo), rispettando le linee guida pubblicate dall’Inail e dall’Istituto Superiore di Sanità, che prevedono almeno quattro metri quadrati per ogni cliente e distanziamento tra i tavoli di almeno due metri. Senza però ulteriore occupazione di suolo pubblico, come invece aveva promesso qualche settimana fa la sindaca Virginia Raggi.

IL PIANO DELLA SINDACA
La prima cittadina infatti aveva annunciato una delibera
per ampliare la concessione di suolo pubblico fino a un massimo del 35% di quella già consentita, dietro presentazione di un progetto specifico ai Municipi di competenza. Ma ad oggi ancora non è arrivata in Aula.

Tra quelle presentate dalla maggioranza c’è quella del consigliere del M5S e presidente della Commissione IX Commercio Andrea Coia. “Fino a una settimana fa non si sapeva che si riapriva il 18 maggio, ma che ristoranti e bar potessero farlo da metà giugno – racconta a RomaH24 – Ora c’è stata questa ‘anticipazione’ da parte del premier. Nel frattempo la sindaca ha emanato un’ordinanza in cui ha stabilito le tre fasce di aperture per gli esercizi commerciali, che sono anche in rielaborazione (si parla dell’estensione degli orari di chiusura la domenica, ndr)”.

LE PROPOSTE IN BALLO
Quattro al momento le delibere presentate: quella di Coia, poi una memoria di giunta sul tema a firma dell’assessore Carlo Cafarotti e quelle di Pd e Lega. Tutte prevedono la sospensione dei piani di massima occupabilità (Pmo) e la cancellazione delle rate residue del canone di occupazione suolo pubblico (Cosap, tassa sospesa da Raggi fino a fine anno), ma ci sono delle differenze chiave, anche all’interno della stessa maggioranza: “La mia proposta di delibera – racconta il consigliere 5 Stelle – prevede la concessione per 18 mesi (e non 6, per poi tornare alle metrature precedenti come previsto dalle altre tre delibere, ndr) per le domande presentate fino al 31 dicembre di quest’anno, poi ci riserviamo di riesaminare la situazione ad emergenza finita. Nella mia proposta poi non si parla di una estensione fino al 35% in più del proprio spazio, perché ha poco senso. Se sei in una via dove tutto lo spazio è già occupato, con il +25% che fai, vai in mezzo alla carreggiata? Non è possibile. E poi chi non ha suolo pubblico? Nella mia delibera invece, dove ho previsto nel dettaglio ogni situazione, c’è più elasticità in questo senso. Se una piazza permette l’estensione fino all’80% in più, senza mettere a rischio la sicurezza dei cittadini, perché non permetterlo?“.

GLI STEP DELL’ITER
I tempi però sembrano essere lunghi: “L’iter di solito però è molto lento – afferma il consigliere – . Il lavoro di una delibera infatti non è come quello di un’ordinanza. Infatti per la delibera abbiamo lavorato con le associazioni di categoria per un mese, perché si deve modificare un regolamento molto complesso. Le delibere presentate da Pd e Lega sono di indirizzo, che prevedono tempi più lunghi: infatti, dopo l’approvazione, ci deve essere una delibera da parte degli uffici preposti che cambi il regolamento nel dettaglio. Quella che ho proposto io invece modificherebbe immediatamente il regolamento nel dettaglio, quindi i tempi sarebbero più veloci“.

LE PREVISIONI
Dunque per gli esercenti ci sarà da attendere prima che si possa ampliare il proprio spazio all’esterno dei locali: “Di solito ci vorrebbero un mese e mezzo-due, ma accelerando il tutto entro un mese si può arrivare all’approvazione – conferma Coia – . Ho chiesto massima sollecitudine a tutti gli uffici, quindi basterebbero 2-3 settimane per andare in Aula. Quindi prima della metà di giugno, ma nella prima settimana del prossimo mese, si potrebbe arrivare all’approvazione“. Ma dipende da diversi fattori: “I tempi di legge infatti vogliono che un ufficio risponda entro 15 giorni dal ricevimento della delibera. Bar e ristoranti dovranno attendere speriamo ancora per poco tempo, per poter usare il suolo pubblico”.

L’APPELLO AGLI ESERCENTI
Ma Coia lancia già un appello ai proprietari di questi esercizi commerciali: “Devono preparare già ora le richieste, perché la documentazione è tutt’altro che semplice. Serve un progetto in scala dell’area occupata e a quel punto la domanda può andare avanti ed essere presentata online ai Municipi di competenza. La mia delibera prevede che possano occupare il suolo e presentare la domanda entro sette giorni. La prassi infatti prevedeva 30 giorni più altri 30 se c’è bisogno di integrazioni, senza silenzio-assenso. Nella mia proposta e quella di giunta sono previsti 20 giorni con silenzio-assenso e, trattandosi di causa di forza maggiore, in alcuni casi è prevista l’occupazione d’urgenza, che è estesa a questa situazione. Quindi puoi occupare il suolo pubblico e presentare domanda entro sette giorni. Dunque parte la domanda ma nel frattempo l’esercente può occupare il suolo pubblico“.


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