19 Maggio 2020 - 9:07 . FuoriQuartiere . Curiosità
Non solo il Biacco: tutti gli “alieni” che non pensavate vivessero nei nostri parchi
Un avvistamento decisamente inusuale. A pochissimi chilometri dai Parioli, di fronte all’ingresso centrale di Parco Nemorense. Erano passate da poco le 14 del 16 maggio, quando Augusto, 36enne residente del Trieste-Salario, si è trovato davanti un grosso serpente di colore verde scuro, con delle chiazze verde chiaro, probabilmente un Biacco.
Ma non è l’unica specie “aliena” in cui è possibile imbattersi nel nostro quartiere. In uno speciale pubblicato nell’agosto del 2018, firmato da Camilla Palladino, RomaH24 aveva elencato tutti gli animali più inusuali che si possono incontrare nel Trieste-Salario.
Gli “alieni” esistono, e vivono tra di noi. Zanzare, coccinelle, tartarughe e scoiattoli. Il Trieste-Salario è uno dei luoghi più verdi di Roma, e per questo motivo ospita una grande varietà di specie vegetali e animali. Ma forse non tutti sanno che molte di esse sono specie “aliene”.
Per specie aliena si intende una qualsiasi specie vivente che, a causa dell’azione – volontaria o involontaria – dell’uomo, si ritrova a vivere e sopravvivere in un ambiente diverso dal suo habitat naturale. Secondo il Wwf, organizzazione internazionale di protezione ambientale, sono più di 3 mila le specie aliene introdotte in Italia. E nel nostro quartiere se ne possono trovare diverse. Nei parchi, per le strade, tra i vasi di fiori posizionati sui balconi delle case.
«Riescono a sopravvivere, e quindi a riprodursi, lontane dal loro habitat naturale, perché sono specie più resistenti e aggressive di quelle che vivono nel nostro quartiere. Tanto che, qualche volta, riescono a soppiantarle completamente». Andrea Bonifazi, naturalista e divulgatore scientifico, nonché residente del Trieste-Salario, ha spiegato a RomaH24 quali sono e dove vivono le specie aliene che abitano nel territorio.
La zanzara tigre
Sono diverse le persone che, con l’avvento della stagione estiva, temono l’arrivo delle zanzare. I piccoli insetti, infatti, hanno la fastidiosa particolarità di pungere la cute, provocando prurito e bolle. Ma «negli anni Novanta è giunta in Italia la zanzara tigre, proveniente dal sud-est asiatico, che sta progressivamente soppiantando la zanzara nostrana», racconta Bonifazi. «E la zanzara tigre – continua – agisce anche nelle ore diurne». Gli insetti sono diffusi in tutto il quartiere, ma sono particolarmente popolate le aree verdi, dove si concentra un maggiore tasso di umidità. Villa Chigi, Villa Borghese, Villa Ada e Parco Nemorense, per citare i principali esempi.
Il Punteruolo Rosso
Dal 2004 le palme del Trieste-Salario, come nel resto d’Italia, subiscono l’attacco del punteruolo rosso. Il piccolo parassita, originario dell’Asia sudorientale, attacca le piante fino a causarne la morte. E le aree verdi del nostro quartiere ne risentono, dal momento che diverse palme sono state tagliate. Soprattutto Villa Ada che, come sostiene l’esperto di scienze naturali, «è il luogo più “esotico” del quartiere».
La coccinella Arlecchino
Il Trieste-Salario è ricco di coccinelle. Ogni spazio all’aria aperta è popolato dagli insetti a pois. Specialmente «dove c’è del verde». Hanno diverse colorazioni, e per questo vengono definite “arlecchino”. Nel 2006 sono state portate in Europa dall’Asia, e da qualche anno stanno eliminando le coccinelle italiane perché «si nutrono delle loro larve», spiega Bonifazi.
La Licenide dei Gerani
La licenide dei gerani è una piccola farfalla originaria dell’Africa meridionale. È stata introdotta in Italia nel 1994, durante un’importazione di gerani provenienti dal Sud Africa. «Gli insetti hanno il dono dell’ubiquità – dice il naturalista – nel senso che possono stare ovunque. La loro presenza è direttamente collegata alla crescita dei gerani, dei quali le farfalle si nutrono, nei giardini e nei balconi delle case del quartiere».
Lo scoiattolo nordamericano e quello giapponese
Non è difficile imbattersi in qualche scoiattolo passeggiando per Villa Borghese, o per Villa Ada. Nelle aree verdi del Trieste-Salario due specie aliene differenti si spartiscono il territorio. Lo scoiattolo grigio nordamericano e lo scoiattolo giapponese. Il primo giunto in Italia nel 1948, il secondo negli anni Ottanta. Ed entrambi rilasciati in natura dopo essere stati tenuti in cattività. La differenza, come dice Bonifazi, sta nel fatto che lo scoiattolo giapponese non causa particolari danni all’ecosistema, mentre lo scoiattolo grigio nordamericano entra in forte competizione con lo scoiattolo rosso nostrano.
L’Ailanto
«L’ailanto è un grande albero con foglie che ricordano la felce, e si può trovare in moltissime vie del Trieste-Salario. Basta fare una passeggiata in via Mascagni, viale Libia, o a villa Chigi», spiega il naturalista. Di provenienza asiatica, «la specie è stata importata in Europa nel 18esimo secolo per usi ornamentali e per allevare un bruco che produceva una particolare seta».
L’acero americano
Lunghe file di aceri americani percorrono le vie del Trieste-Salario. Viale XXI aprile, per esempio. Ma anche viale Somalia. Come anticipa il suo stesso nome, l’albero proviene dal Nordamerica, ed è stato introdotto in Italia, sempre nel Settecento, per usi ornamentali.
La tartaruga dalle orecchie gialle e quella dalle orecchie rosse
Due sottospecie differenti della stessa specie, le tartarughe dalle orecchie gialle e quelle dalle orecchie rosse sono state introdotte in Italia negli anni Settanta. Acquistate come animali domestici e poi abbandonate in natura, attualmente vivono intorno e dentro ai laghetti dei giardini del quartiere. «L’esempio più lampante è quello di Villa Ada, dove sono presenti decine e decine di tartarughe americane».
Il Parrocchetto Monaco
Il parrocchetto monaco è un tipo di pappagallo proveniente dal Sudamerica e introdotto in Italia come animale “domestico”. Gli uccelli, una volta liberati in natura, si sono riprodotti anche nel Trieste-Salario, e ora volano liberi per il quartiere. «I parrocchetti nidificano nella zona di Villa Ada. In particolare – dice Bonifazi – il parrocchetto monaco si avvista facilmente nei dintorni del consolato egiziano, perché si nutre dei datteri delle palme che crescono in quella zona».
Il Parrocchetto dal Collare
Il parrocchetto dal collare, a differenza di quello monaco, è originario dell’Africa centro-settentrionale. Ma il processo di inserimento delle due specie di pappagalli nel nostro quartiere è il medesimo. «Scappati dalle gabbie o lasciati liberi volontariamente, i parrocchetti dal collare hanno fatto il nido a Villa Ada. Ma distanti dai parrocchetti monaci. Per non contendersi il territorio».