23 Agosto 2020 - 9:36 . FuoriQuartiere . Media

La data spartiacque, il legame con Roma e una forza incrollabile: tutto questo è Amatrice

La copertina del libro
La copertina del libro

di Luigi Carletti

Il centro dell’Italia.
Quando si parla di Amatrice, immediatamente viene alla mente quel 24 agosto del 2016 quando tutto il Paese – per molto tempo – seguì con trepidazione le vicende legate al terremoto. Terremoto che fu appunto definito “del centro Italia” perché Amatrice e gli altri centri colpiti o comunque coinvolti – dal Lazio all’Abruzzo, dalle Marche all’Umbria – costituiscono davvero un’area che è il centro dello Stivale.

E allora non ci dobbiamo stupire se – nell’affrontare le vicende della storia, dalla preistoria ai giorni nostri –Amatrice e i territori circostanti ci offrono una narrazione così ricca e appassionante, tipica di un crocevia strategico che, da luogo geografico, diventa automaticamente “crocevia storico”. Da una parte il Tirreno e dall’altra l’Adriatico, da un lato i Monti della Laga e dall’altro il Gran Sasso, a sud Roma la Città eterna e a nord le città che, fin dai tempi degli Etruschi, da Roma sempre cercarono una qualche indipendenza e autonomia.

La locandina del libro

Uomini di fede e uomini di spada, nobili in cerca di potere e mercenari in cerca di gloria, personaggi d’ingegno e figure dall’aura misteriosa: tra i monti e le pianure attorno alla conca di Amatrice, la storia ci regala pagine di grande fascino e di episodi appassionanti che inevitabilmente si collegano alle vicende di grandi e importanti città, prime fra tutte Roma e L’Aquila. Nel suo libro La Storia di Amatrice, dalla preistoria ai giorni nostri edito da Typimedia nella collana La Storia d’Italia, Emma Moriconi ci restituisce l’epopea di un territorio che fin dagli albori dell’umanità fu abitato e intensamente vissuto da popolazioni che nel rapporto con la natura forgiarono il carattere e la capacità di resistere alle avversità. Nel volume, l’autrice non trasmette solo la passione della ricerca e della narrazione, ma il suo grande amore per una comunità di cui si sente parte e che nei secoli ha dovuto affrontare nemici di ogni genere.

Il terremoto del 2016, nella struttura del libro, costituisce ovviamente un racconto nel racconto. Perché nella linea del tempo c’è come una cesura. C’è un “prima” e un “dopo” quel 24 agosto 2016, che divide la narrazione e ci fa capire quale perdita – oltre alle vite umane – abbiamo subito nell’ambito del patrimonio artistico e architettonico: una ferita alla memoria che può essere lenita solo con un puntuale e corretto esercizio della memoria. Esercizio di cui questo libro è uno straordinario esempio, che passa attraverso la storia per diventare – negli ultimi due capitoli – cronaca della modernità e poi dei giorni nostri.

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