9 Maggio 2021 - 2:36 . prati . Ambiente
Ciclabile Tevere, Italia Nostra attacca: “Con le piene il bitume finirà nel fiume”
“Una pecionata”. L’ultimo j’accuse contro i lavori di riqualificazione della ciclabile Tevere arriva dalla onlus Italia Nostra che non usa mezzi termini. La prima colata di nero bitume aveva raccolto il biasimo delle opposizioni e di molti cittadini, tanto da costringere la soprintendenza a intervenire.
Comune e soprintendenza hanno così trovato un accordo “cromatico”, i cinque chilometri di nuovo asfalto tra ponte Risorgimento e ponte Marconi assumeranno una tonalità sul grigio ma per Italia Nostra è soltanto “un cerottino per un massacro. Il pessimo lavoro di rifacimento è la classica pecionata romana alla quale non intendiamo abituarci”.
La onlus ne spiega dunque i motivi: “Il materiale che costituisce i sampietrini è selce, materiale vulcanico duro e assai poco poroso, l’asfalto, buttato sopra prima o poi si staccherà e alla prima onda di piena scivolerà a fiume aumentando l’inquinamento; l’uso dell’asfalto non è per nulla naturale in una nazione che tenderebbe, a parole, alla transizione ecologica. Non basta mitigare l’effetto estetico con un colore compatibile come debolmente suggerisce la soprintendenza. Il vero lavoro qualificante che una Capitale e i suoi cittadini pretenderebbero sarebbe di rimuovere la strisciata d’asfalto solo appoggiata a terra. Riprogettare, quindi, la pista ciclabile con materiali ecosostenibili e rispettosi dei vincoli paesaggistici come il cocciopesto. Se progettato nella maniera corretta si sarebbe potuto ottenere un intervento compatibile dal punto di vista ambientale e non così ferocemente attaccato sui social. E se per una volta – chiosa la onlus – i decisori avessero il coraggio di tornare ai blocchi di partenza?”.