29 Settembre 2020 - 10:47 . trieste-salario . Cronaca
Causa per “Villa Ada incontra il mondo”, chiesto maxi risarcimento al Comune. Ecco i motivi
Il festival della musica “Villa Ada incontra il mondo” torna a far parlare di sé, questa volta non per le proteste degli ambientalisti. La società Nosb S.r.l. ha chiesto a Roma Capitale un risarcimento milionario. È la coda lunga dell’estate romana 2017 – 2020. Ma andiamo per ordine: nel 2017 Roma Capitale aggiudicò il bando triennale per l’organizzazione di concerti estivi nella penisola del laghetto di Villa Ada alla D’Ada S.r.l.. Il progetto con cui vinse il bando del Comune era appunto “Villa Ada incontra il mondo”.
La Nosb S.r.l. partecipò alla gara e arrivò seconda, ma una volta visionati gli atti, notò ciò che considerò un’anomalia: la D’Ada srl – si legge nella sentenza – aveva presentato un progetto irrealizzabile, dato che prefigurava una serie di concerti all’interno del festival con artisti già contrattualizzati dalla Nosb. Da qui la decisione dei legali della società di fare ricorso al Tar del Lazio. Il quale, con una sentenza del 12 giugno 2018, accolse il ricorso e annullò la graduatoria, ritenendo carente l’attività istruttoria svolta dalla commissione giudicatrice del Campidoglio nella valutazione del programma della kermesse. Villa Ada incontra il mondo andò però avanti per tre anni, come nulla fosse.
E così, dopo quattro anni di battaglie legali, si è arrivati a una sentenza del Consiglio di Stato del 14 settembre 2020 che dà ragione alla Nosb, annullando gli atti che portarono Roma Capitale a decretare vincitore del bando la D’Ada. E per evitare ulteriori ritardi il Consiglio di Stato ha nominato il prefetto di Roma per sostituire Roma Capitale in caso di ulteriore inadempimento. Stando alle disposizioni del Consiglio di Stato, Roma Capitale ha 90 giorni dalla sentenza per ottemperare all’annullamento del bando. Ma essendo ormai chiusa l’esperienza dell’estate romana a Villa Ada, alla Nosb non resta altro che chiedere un risarcimento, come si legge ancora nella sentenza: “In conclusione, l’appello va accolto, non avendo l’amministrazione effettivamente ottemperato alle statuizioni della sentenza, con la conseguente condanna di Roma Capitale alla rinnovazione del procedimento di selezione di cui trattasi, nei sensi di cui sopra. A tanto l’amministrazione dovrà provvedere entro il termine di novanta giorni dalla comunicazione o dalla notificazione, se precedente, della presente decisione”.
Iniziativa, questa, già messa in campo dal legale della società, Antonio Nicodemo. Al Comune è stata richiesta una somma a sei zeri a copertura del danno provocato.
SCARICA qui la sentenza del Consiglio di Stato