30 Marzo 2021 - 21:05 . Parioli . Cronaca
Frane ai Parioli, il professor Prestininzi: “Colpa dell’uomo, serve solo prevenzione”
di Gianluigi Spinaci
La Salita dei Parioli, via Giacinta Pezzana, via Archimede e, da ultima, via Flaminia. L’area della collina dei Parioli è sempre più soggetta a preoccupanti crolli e frane che si ripetono continuamente e in tempi sempre più ravvicinati tra loro.
RomaH24 ha chiesto un parere circa questi fenomeni ad Alberto Prestininzi, docente di Geologia applicata presso l’università di Roma La Sapienza e direttore del Ceri, Centro di ricerca prevenzione, previsione e controllo dei rischi geologici presso lo stesso ateneo.
“La parola magica è prevenzione – esordisce Prestininzi -. Se questa viene messa in pratica si possono arginare questi fenomeni franosi, che sono del tutto naturali”.
“La composizione del terreno in molti punti di Roma, tra cui la collina dei Parioli, laddove sono depositate parecchie decine di metri di tufo rigido, ha formato delle pareti verticali che se non vengono sottoposte a manutenzione si sfogliano, creando questi crolli continui“, ha spiegato il professore.
Ma come si verificano questi crolli del terreno? “Il versante tende ad arretrare e lasciandolo incustodito, senza gestire la vegetazione circostante, si creano questi fenomeni. Questi terreni rigidi contrastano con porzioni più morbide che si trovano più in profondità, creando in questo modo frane e crolli”.
Secondo Prestininzi, “Ci deve essere un’attenta manutenzione che deve essere ben definita in funzione del tipo di terreno a cui ci si trova di fronte. Si tratta di un’opera semplice, ma se questa manutenzione non viene fatta purtroppo le radici si insinuano all’interno di queste fratture e portano ai crolli”.
Il cambiamento climatico può avere qualche ruolo in tutto ciò? “Quello che succede al terreno è del tutto naturale – risponde il professore -. Ciò che non è naturale è il comportamento dell’uomo che utilizza queste aree e le lascia poi abbandonati e senza manutenzione“.
“Le sequenze di piogge – continua Prestininzi – sono del tutto naturali e non possono giustificare l’incapacità o la mancanza nel fare prevenzione da parte dell’uomo, leggasi le amministrazioni pubbliche”.
Cosa bisogna fare, quindi, per evitare il ripetersi di queste frane? “Dobbiamo prendere le contromisure e fare in modo che le attività dell’uomo non vadano a scontrarsi con questi eventi. Bisogna stabilizzare le pareti, potare o comunque gestire la vegetazione, intervenire immediatamente quando si verifica un fenomeno di crollo e così via”.