20 Ottobre 2020 - 14:28 . FuoriQuartiere . Cronaca
Cinghiali uccisi a Gregorio VII, la città protesta nelle piazze. Anche quelle virtuali
Non si placa l’indignazione della città al riguardo la famiglia di cinghiali, mamma e sei cuccioli, abbattuta da Polizia provinciale e veterinari nel giardino Mario Moderni, zona Gregorio VII, a poche centinaia di metri da piazza San Pietro, nella serata del 16 ottobre.
Petizioni on line e manifestazioni di protesta sono in corso o sono state annunciate. Sabato 24, a partire dalle 14.30, associazioni animaliste e cittadini si riuniranno in piazza del Popolo per chiedere “Giustizia per i cinghiali di Roma”. “Dopo quanto accaduto la notte tra venerdì 16 e sabato 17 ottobre nella Capitale – denunciano gli organizzatori – chiediamo giustizia per la mattanza dei cinghiali che sta avvenendo nella Capitale, ma soprattutto per la mamma e i suoi cuccioli uccisi in modo ignobile e violento. Pretendiamo spiegazioni dai responsabili di questa cruenta soppressione, pretendiamo altresì di essere presenti ai prossimi tavoli tecnici dove si discuterà il destino degli altri cinghiali che popolano i centri abitati di Roma”. La manifestazione sarà statica in rispetto delle misure inerenti al distanziamento sociale attualmente in vigore.
L’Organizzazione internazionale protezione animali ha lanciato una petizione on line per protestare contro il protocollo “ammazza cinghiali” tra Regione Lazio – Comune e Area metropolitana di Roma Capitale. A sole ventiquattro ore dal lancio sono state raccolte circa 2700 sottoscrizioni.
Proteste anche dal mondo delle istituzioni con l’onorevole Michela Brambilla, presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente, che intervenuta sulla questione in varie trasmissioni ha promesso una “battaglia per ottenere giustizia”. Brambilla, a “La vita in diretta” su Rai 1, si è scagliata apertamente contro le decisioni che hanno portato all’abbattimento dei suidi. Presente, in collegamento dal giardino Mario Moderni, c’era Daniele Diaco, presidente della commissione ambiente del Comune, che ha rilanciato la palla avvelenata nel campo della Regione: “Una legge attribuisce ogni responsabilità e decisione in materia di fauna selvatica alla Regione – scrive Diaco nella propria pagina Facebook -.
Sono stato l’unico ad aver sollevato il problema delle gabbie per il trasporto dei cinghiali nelle riserve naturali. La Regione disponeva di una sola gabbia, assolutamente insufficiente per il trasporto degli ungulati, sempre la Regione ha impartito l’ordine di uccidere i cinghiali ed era l’unico soggetto autorizzato a fermare l’abbattimento”. Io ero fisicamente presente sul posto per cercare di impedire, fino alle 2 del mattino, che la Regione portasse a compimento il proprio assurdo e crudele intento di assassinare i cinghiali. Sarebbe bastata una telefonata della Regione al dirigente preposto per evitare tutto questo. Il Comune ha già avviato un’indagine interna per individuare ruoli e responsabilità in questa surreale e drammatica vicenda. Al contempo, continueremo a sottoporre ai futuri tavoli tecnici soluzioni più sostenibili e meno crudeli di quella attuata venerdì scorso”.
Intanto, il Mario Moderni è diventato una sorta di “santuario” dedicato ai cinghiali uccisi, con fiori e candele riposti lungo il perimetro. In un cartello, l’area è stata anche rinominata dai residenti “Il giardino degli orrori”.