Trieste-Salario | Interventi

Contro degrado e decadenza ripartire dai quartieri. La Capitale si risolleva anche così

di Luigi Carletti 

Roma sta attraversando una delle fasi più opache e confuse della sua storia recente. Questo è il giudizio condiviso dai molti romani ai quali l’orgoglio patrio non annebbia il sano realismo né un legittimo spirito critico. È sotto gli occhi di tutti come, dal Dopoguerra a oggi, stiamo vivendo uno dei periodi peggiori tra quelli non particolarmente brillanti che hanno caratterizzato l’altalena di una Capitale sempre in bilico tra l’indiscutibile bellezza e una modernizzazione con il fiato corto.

Chiunque, oggi, abbia modo di frequentare altre capitali (occidentali, e non solo) non può fare a meno di notare come certe grandi città rispondano alle sfide del tempo evolvendosi continuamente nei servizi e nelle infrastrutture, nell’architettura di alcuni quartieri-simbolo, e come riescano a farlo con una velocità e con risultati socio-economici rilevanti, polarizzando l’interesse tanto di chi vi orbita abitualmente, quanto di chi ne fa una mèta di viaggio, sia esso di lavoro o di piacere.

VENT’ANNI DI IMMOBILISMO

Negli ultimi vent’anni, Roma è cambiata pochissimo. Sono nati nuovi quartieri periferici, questo sì, si sono fatti un paio di ponti sul Tevere, è stata ristrutturata e rilanciata una stazione ferroviaria (Tiburtina) e si sono realizzate alcune nuove installazioni culturali tra cui l’auditorium Parco della Musica e la Nuvola di Fuksas. Questo e poco altro.

Onestamente non è molto per una metropoli che ha un patrimonio artistico-culturale unico al mondo ma, al contempo, deve proporsi sul “mercato globale delle città” con le carte in regola per intercettare quei flussi di “incoming” legati non solo all’arte ma anche al business, allo studio e al “turismo dei piaceri”, incluso quello connesso alle novità che la modernità ci propone di continuo: trend, tecnologia, moda, food, architettura abitativa e ambiente…

Su questo terreno, il ritardo di Roma oggi è innegabile. La lunga crisi economica da cui il Paese sta faticosamente uscendo è stata, a un tempo, la causa e l’alibi di uno stallo progettuale lungo oltre un decennio. La classe politica romana, perlopiù distratta da altri affari e impegnata nella cosiddetta gestione ordinaria (tutt’altro che efficiente), si è preoccupata molto poco di proiettare energie e risorse su un’idea di città degna del Terzo millennio. Tutto questo, tra l’altro, in una fase storica che ha visto la rivoluzione multimediale modificare drasticamente i concetti di spazio e tempo alla base della comunicazione, con la conseguenza di rendere il pianeta improvvisamente più piccolo e alla portata di enormi masse di “nuovi utenti”, molti dei quali sono già diventati “viaggiatori”. Un effetto che è appena cominciato e rispetto al quale bisognava aver cominciato a prepararsi da anni. Cosa che hanno fatto altre grandi città, in Europa e nel mondo.

LE ALTRE CAPITALI EUROPEE

Quanto è accaduto, per esempio, in Germania (Berlino), Spagna (Madrid e Barcellona), Inghilterra (Londra), nel nostro Paese ha avuto qualche accettabile paragone con i progressi di Milano e Torino, ma la nostra Capitale è rimasta impantanata nel suo tran tran autoreferenziale e molto provinciale. Una inadeguatezza che – con i cambiamenti in atto nel mondo – risalta ancora di più e rischia di imprigionare Roma nel suo status di “città antica”. Affascinante ed eterna quanto si vuole, ma irrimediabilmente inchiodata nel segmento “vecchie glorie”, dove le preziose rovine del passato rischiano continuamente di essere offuscate dalle brutte rovine del presente.

Oggi, per far ripartire Roma, servirebbe un nuovo “rinascimento” in grado, da un lato, di mettere in campo una progettualità adeguata e, dall’altro, di confrontarsi (spietatamente e metodicamente) con le altre grandi capitali secondo logiche evolute di global marketing. Dai servizi pubblici alle infrastrutture, dall’efficienza alla capacità di accoglienza, l’offerta del “prodotto Roma” dovrebbe convincere il mondo che qui – attorno all’iconico Colosseo – sta succedendo qualcosa di nuovo e di bello. Qualcosa per cui Roma si propone come sintesi virtuosa tra storia, attualità e futuro.

LA CLASSE DIRIGENTE CHE MANCA

Per rendere possibile tutto questo (o almeno una parte consistente), a prima vista non servirebbe tantissimo, visto anche il livello a cui, purtroppo, siamo precipitati. Ma all’origine di tutto c’è la necessità di avere un ceto politico adeguato a immaginare, costruire e dare il giusto slancio alle iniziative volte a migliorare il funzionamento della città e la sua percezione. Servirebbe una classe dirigente in grado di affrancarsi dalle logiche di bottega e di circolo chiuso (per non dir di peggio), disponibile a fare da sponda a quei privati che – in cambio di un giusto ritorno – sono pronti a investire su Roma e sul suo brand. Serve, infine, che la “società degli interessi e delle corporazioni” si renda capace – se non di uno slancio per “l’economia del bene comune” teorizzata da Jean Tirole – almeno di chiudere ogni spazio alla corruzione e alla criminalità più pericolosa, quella dei colletti bianchi e dei capitali sporchi, nella consapevolezza che le scorciatoie mafiose e malavitose non portano vero sviluppo ma solo infezioni che prima o dopo si manifestano con virulenza.

QUARTIERI COME CAPOLUOGHI

Difficile dire se questa vagheggiata classe dirigente oggi esista. Difficilissimo prevedere se davvero possa mettersi all’opera. Sotto il confuso cielo della politica italiana, tutto può succedere. Ma intanto Roma – se oggi ha una chance di ripresa – è quella di ripartire dai quartieri. Quartieri grandi e popolosi quanto molti dei principali capoluoghi italiani. Quartieri ricchi di vita e di storia, di iniziative, cresciuti (alcuni forse sopravvissuti) “nonostante” la Roma campidogliocentrica che nel suo radar, da molti anni, tiene sempre gli stessi temi, quelli che i media nazionali ripropongono ossessivamente creando i cliché internazionali da cui la Capitale sembra non riuscire proprio ad affrancarsi: il traffico, la sicurezza, le periferie abbandonate, il degrado ecc. ecc. Tutti problemi reali, certo, ma che alla lunga diventano, appunto, ottime ragioni per il “non fare” anziché per ricercare una svolta strutturale.

RISCOPRIRE I QUARTIERI

Esiste una Roma dei quartieri di cui non si parla quasi mai perché non fa notizia né nel notiziario glamour né in quello cupo dei disastri e delle cattive notizie. È la Roma delle città (i suoi quartieri appunto), ognuna delle quali ha una sua storia, una sua identità e abitanti che si riconoscono come comunità effettive. Se Roma si salva dalla mediocrità e dalla decadenza, è solo ripartendo dai quartieri, dove nascono idee, iniziative, dove risiedono intelligenze e professionalità, talenti e personalità interessanti, dove le persone hanno dei valori che cercano di conservare e di difendere, ben consapevoli di abitare in una metropoli della quale – probabilmente – conoscono solo una minima parte.

Nella nostra concezione di città metropolitana, c’è un’idea totalmente nuova di decentramento e di organizzazione policentrica, con maggiori poteri e autonomia ai quartieri, uscendo dalla logica dei municipi, che sono perlopiù entità artificiali, mostruosamente lente, burocratiche e spesso lontane dai cittadini, utili solo a raggruppare realtà molto diverse tra loro e con pochissime reali condivisioni sociali, economiche e culturali. Su questo, e su molto altro, vogliamo aprire un confronto di idee, di proposte, di risorse intellettuali in cui denuncia dei problemi e spirito critico non siano fini a se stessi ma indirizzati a migliorare le cose che non vanno, e se possibile a risolverle.

Proprio per raccontare la Roma dei quartieri, nasce RomaH24, testata giornalistica ma ancor più impresa socio-culturale. RomaH24 si presenta come sito web e come giornale cartaceo per aiutare a conoscere e a capire la “Città delle città”, a cominciare dal Trieste-Salario, dove nei mesi scorsi abbiamo pubblicato con successo i libri CommunityBook (i 100+1 personaggi) e la Storia del quartiere dalla preistoria a oggi.

IL PROGETTO ROMAH24

RomaH24 parlerà ogni giorno del quartiere da cui parte e via via degli altri quartieri. Con la sua gente: quella romana da generazioni e quella di più recente acquisizione ma disponibile a conoscere, capire e amare la “città eterna” dove qualsiasi evento sembra possibile ma dove, paradossalmente, la voglia di immaginare e sognare viene spesso frustrata dalle continue emergenze e dal caos metropolitano.

RomaH24 nasce come voce totalmente indipendente, fatta da piccoli editori locali che non hanno altri interessi se non l’editoria e la comunicazione, secondo logiche d’impresa in cui l’etica – oltre a rappresentare un valore insopprimibile – è considerata un fondamentale e virtuoso strumento di marketing. In un mondo affollato di fake-news e di arruffapopolo digitali, noi ci proponiamo infatti di fare informazione dando voce a tutte le campane e ricercando il massimo equilibrio nella corretta rappresentazione del mondo che indaghiamo e raccontiamo.

Tutto qui? Tutto qui. Sembra poco, ma se ci riusciamo è già tantissimo.

 

 

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