20 Maggio 2018 - 10:08 . Trieste . Degrado
Via Malta, la beffa di Massimo: “Multato per aver potato l’albero che mi entrava in casa”
Massimo si è fatto giustizia da solo. Ha imbracciato una sega, ha indossato gli occhialini e ha potato quell’albero fastidioso. Ha tagliato quei maledetti rami che gli stavano entrando dentro casa, che gli toglievano luce, che lo costringevano a una notte infinita. I vicini lo hanno visto. Qualcuno ha applaudito, qualcuno invece ha denunciato l’accaduto. Sono arrivati i vigili urbani e lo hanno multato. Massimo ci mette il cognome, e la faccia: si chiama Massimo Montesanti, vive in via Malta dal 2000. È un ex dirigente di azienda. Si gode la pensione girando il mondo, ma quando non è in viaggio cerca di godersi soprattutto il proprio quartiere.
I fatti – veri, verissimi – risalgono al 9 aprile 2016. Non è storia, però. È attualità per Massimo, che prima di intervenire si era rivolto anche al locale comitato di piazza Caprera, per trovare una soluzione – e per il quartiere. Perché da quel giorno non è cambiato nulla, le fronde degli alberi continuano a invadere le finestre delle abitazioni e persino degli istituti scolastici Giulio Cesare e Settembrini. Nessuno li pota. In attesa – chissà – che ci pensi un altro Massimo del Trieste-Salario.
Ci può raccontare la sua vicenda?
“Sono venuto ad abitare qui nel 2000. All’epoca gli alberi erano stati piantati da poco, ma da allora non sono mai stati curati. Il 9 aprile 2016 ho deciso di potare un albero su via Malta al civico 10, perché i rami entravano dentro l’appartamento, oltre a rendere buia tutta casa. Era un sabato, ho visto che non c’erano macchine sotto casa ed era tutto libero. Sono sceso in strada e ho potato l’albero. I vicini si sono affacciati e mi hanno applaudito pure dal palazzo di fronte, anche perché della questione se ne parlava da tempo con il comitato di quartiere. Stavo portando i rami nei cassonetti, quando sono arrivati i vigili che mi hanno fatto il verbale e comminato una sanzione amministrativa in base all’articolo 21 R.P.U., la norma del regolamento per la Polizia Urbana di Roma che disciplina i comportamenti da tenere all’interno di giardini, parchi e aree verdi.
160€ di sanzione più 3,78€ per le spese di notifica”.
Ha fatto ricorso?
“No, volevo evitarmi le rogne successive. Il comitato di Piazza Caprera mi aveva chiesto di farlo, ma ho preferito lasciar perdere per non complicarmi la vita nelle aule di tribunale, lottando con giudici e avvocati”.
È cambiato qualcosa da allora?
“Nulla. Andrebbe eseguita una potatura a regola d’arte, se no l’albero muore. Il problema permane in maniera aggravata e riguarda le nostre abitazioni, le scuole Giulio Cesare e Settembrini qui di fronte, le vetture e i pedoni. A casa siamo costretti a tenere la luce accesa tutto il giorno, se la spegni non ci vedi. Rispetto alle auto parcheggiate in strada sotto agli alberi, io stesso ho subìto un danno durante la nevicata al tempo di Alemanno, quando un ramo mi centrò il tetto della macchina provocandomi un danno serio. Quanto ai pedoni, rischiano di infilarsi i rami negli occhi quando camminano. Caso paradigmatico delle disfunzioni dell’amministrazione della nostra città. Resta un mistero il motivo per cui Roma sia una delle città più belle d’Europa, ma offra i servizi più scadenti”.