11 Novembre 2018 - 13:46 . Trieste-Salario . Cronaca

Il commento: Ora che è stata assolta, la Raggi può finalmente dimettersi

Virginia Raggi
Virginia Raggi

di Luigi Carletti

L’assoluzione di Virginia Raggi è una buona notizia per tutti quei cittadini italiani che confidano nella giustizia. Si può essere manifestamente incapaci nello svolgere il proprio ruolo politico e si può governare una capitale con i gravissimi limiti che tutti vediamo quotidianamente, ma il codice penale è un’altra cosa: Virginia Raggi – dice il giudice – viene assolta perché il fatto di cui è accusata “non costituisce reato”.

Si deve quindi comprendere la commossa soddisfazione della sindaca e si può legittimamente pensare che, grazie a sentenze come questa, la giustizia possa ribadire quell’indipendenza sancita non solo dalla Costituzione ma anche dal buon senso comune, privando quindi l’arena politica di quelle armi giudiziarie che per molti, troppi anni hanno monopolizzato il dibattito nel nostro Paese.

Virginia Raggi resta sindaco di Roma, il suo ruolo e le sue effettive responsabilità nella vicenda delle nomine verranno perimetrati e resi pubblici nella motivazione della sentenza, che comunque le è favorevole. Un epilogo, questo, che avrà una serie di immediate conseguenze. Purtroppo non tutte positive. La prima è che il Movimento Cinquestelle ne trarrà energie e motivi per accentuare i toni su una serie di questioni aperte sia a livello nazionale che locale, con scelte e orientamenti che finora non solo non hanno fatto crescere il Paese, ma piuttosto hanno determinato segnali preoccupanti, in particolare sul piano dell’economia e del lavoro.

La seconda conseguenza è nella scarica adrenalinica che già in queste ore sta percorrendo il movimento, con il rovesciamento sui social e sui media di accuse, epiteti e offese verso chiunque e, naturalmente, in particolare contro i “giornalisti sciacalli”, con tutto il resto del campionario di bestialità a cui i pasdaran grillini in questi anni ci hanno abituato.

La terza e più grave conseguenza riguarda Roma. La Capitale è nelle condizioni che tutti vediamo ma la Raggi – appena due settimane fa – ha bollato alcune migliaia di persone che manifestando in piazza glielo facevano rilevare, come “piddini mascherati, orfani di mafia capitale”. Come ha detto (prima di questa sentenza) il capogruppo della Lega in Campidoglio, Maurizio Politi, in realtà la Raggi si dovrebbe dimettere non per i suoi guai giudiziari ma per manifesta incapacità. E poco importa se le parole leghiste facciano parte o meno di una strategia di attacco su Roma: quel che è certo è che chiunque viva nella Capitale o la frequenti con assiduità, può constatare che cosa – in due anni e mezzo – i Cinquestelle siano riusciti a fare: promesse tantissime, narrazione autoconsolatoria molta, fatti concreti assai pochi.

Dunque, lo ribadiamo, da cittadini siamo felici per la Raggi e soprattutto per la città, che da una condanna della sindaca avrebbe comunque ricevuto un’ulteriore tranvata alla propria immagine anche a livello internazionale. Detto questo, se le cose continueranno così, è una felicità destinata a spegnersi subito. A meno che, adesso che la Giustizia le ha reso… giustizia, la Raggi non decida di dimettersi. Uscirebbe da un ruolo per il quale è inadeguata come lo sono molti dei suoi compagni d’avventura.

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