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“Mille mamme organizzate nel quartiere”
di Luisa UrbaniSolare e spiritosa. Melania Ciotti indossa un foulard colorato ed è ben truccata. La incontriamo nel bar dove è solita fare colazione dopo aver portato la figlia Rebecca a scuola. Scherzando con il barista, ordina “la solita” spremuta d’arancia e inizia a parlarci della sua vita da mamma in Prati. Un’attività che svolge anche grazie all’aiuto di “StappamammaPrati”. Si tratta di un gruppo nato nell’estate del 2017 su Facebook e che è formato da mamme più o meno giovani che vivono nel quartiere.
Lei è una delle amministratrici di “StappamammaPrati”. Di cosa si tratta?
«È un gruppo Facebook che nasce nel 2017 ed è formato da oltre mille mamme che vivono nel quartiere. Lo scopo principale del gruppo è scambiare consigli utili per aiutarsi a vicenda. Da nuovi negozi che aprono, alla migliore lavanderia, alla scelta dell’asilo. Ci sono “dritte” per tutte le esigenze. Io, ad esempio, grazie a “Stappamamma” ho scoperto che ci sono molti bravi medici in zona. È una sorta di gruppo di amiche del quartiere, ma molto allargato. Addirittura alcuni membri scrivono sul gruppo semplicemente per trovare qualche mamma disponibile a fare due passi in compagnia. È un modo per fare nuove amicizie. “Stappamamma” per me è stata la possibilità di rivedere persone che conoscevo ma che avevo perso di vista da anni. In alcuni momenti, il gruppo può essere anche un modo per sfogarsi: c’è molta solidarietà tra noi “Stappas”».
Lei ha sempre vissuto in Prati, anche dopo la nascita di sua figlia Rebecca. Che cosa significa vivere in questo quartiere per una mamma?
«Significa avere tutto quello di cui hai bisogno, a due passi da casa. Dalla scuola di tua figlia agli studi medici, dal supermercato dove fare la spesa alla scuola di musica. Se ti dimentichi il latte, ad esempio, scendi e puoi comprarlo. Significa muoversi a piedi. Chi vive in Prati non ha grandi criticità legate allo spostamento perché con delle passeggiate si può raggiungere tutto. Significa anche non sentirsi mai sola perché, come dice mia mamma, “è un quartiere che ti fa compagnia”. Esci di casa e sei amico di tutti: dal farmacista al barista. Non è un rione dispersivo come tanti altri di Roma. Insomma, per una mamma è facile vivere in Prati. Io infatti non vorrei abitare in nessun altro posto all’infuori di questa zona».
Altri pregi dal punto di vista di una mamma?
«Anzitutto una grande scelta di scuole elementari, sia pubbliche sia private. L’unica cosa che manca è una scuola internazionale. Questa secondo me è l’unica pecca. Perché oggi l’inglese è fondamentale. Anche se ci sono diverse scuole di inglese. Per gli asili poi c’è ancora più offerta».
E per quanto riguarda il tempo libero?
«Ci sono diversi parchi giochi, però non sono molto curati e controllati. Ad esempio, quando Rebecca era più piccola, andavamo spesso al parchetto di piazza Strozzi che poi, però, si è riempito di ubriachi e senzatetto: per questo abbiamo smesso di frequentarlo. I parchi potrebbero migliorare. I lavori di ripristino del parco di via Sabotino fanno ben sperare. Poi c’è anche l’oratorio della chiesa di San Giuseppe al Trionfale: un punto di riferimento importante per tutte le mamme del rione. Il pomeriggio è pieno di bimbi che si recano lì sia per giocare sia per fare sport: Rebecca, ad esempio, andava a fare pallavolo. Infine c’è anche un’ottima scelta di scuole di musica. Insomma, una mamma ha l’imbarazzo della scelta».
L’offerta più carente?
«Negozi per bambini e centri sportivi: l’offerta c’è ma non è così ampia come per tutto il resto. La vera mancanza sono i grandi centri, soprattutto quelli con piscina. C’è solo quello in via Tunisi. Le palestre ci sono, ma sono tutte piuttosto piccole. Io sono sempre stata costretta a spostarmi fuori dal quartiere per far fare attività fisica a mia figlia. Lo stesso discorso vale per i negozi per bambini, soprattutto quelli di calzature. Però a pensarci bene non è un grande problema perché, avendo molte fermate della metro, da Prati puoi spostarti comodamente in altre zone della città».
Lei e Rebecca vi spostate a piedi. Ultimamente si è parlato spesso del degrado dei marciapiedi di Prati. Cosa ne pensa?
«Buche, scarsa illuminazione ed escrementi di cani. In alcune vie di Prati, una mamma deve camminare con duemila occhi quando passeggia con il proprio bimbo se non vuole riportarlo a casa con la pupù sotto le scarpe. Il problema peggiore è che spesso buche ed escrementi sono coperti da foglie e quindi rischi di accorgertene quando è troppo tardi».
Che quartiere lasceremo, dunque, ai nostri figli?
«Io confido nelle nuove generazioni. Noi genitori, senza dubbio, dobbiamo educare i nostri figli a rispettare la città affinché migliori sotto tutti i punti di vista. Io con Rebecca sono molto attenta a insegnarle il rispetto dell’ambiente e del verde. C’è da dire, però, che le amministrazioni locali non fanno molto per incentivare i cittadini a tenere pulita la zona. Si pensi, ad esempio, alla scarsa presenza dei cestini per i rifiuti: quando io e mia figlia usciamo per mangiare un pezzo di pizza a merenda, molto spesso giriamo parte del pomeriggio con la carta unta in mano perché non troviamo una pattumiera dove buttarla».