27 Gennaio 2019 - 8:39 . Prati . Cultura
Shoah, tutti i luoghi della Memoria di Prati. Ecco quali sono
Anche Prati ha i suoi luoghi della memoria, che ricordano la tragedia dell’Olocausto. Nonostante durante la Seconda guerra mondiale fosse un quartiere giovane, nato da poco più di due decenni, anche qui non sono mancati momenti drammatici, che oggi, 27 gennaio, giornata della Memoria, vengono ricordati.
Le targhe e i sampietrini ricordano a ogni angolo del quartiere chi è stato ucciso durante le dittature naziste e fasciste, ha lottato per la libertà, è partito per un viaggio senza ritorno. È il caso di Piera Fiorentini, studentessa del liceo Caetani e deportata ad Auschwitz. A lei è stata dedicata l’aula magna dell’istituto, che venerdì scorso ha visto gli studenti delle scuole medie e dei licei celebrare la giornata della Memoria.
E poi ci sono le targhe dedicate alle vittime del fascismo: Cesare Astrologo, martire delle Fosse Ardeatine, in via Vespasano; Massimo Gizzio, studente ucciso in via Federico Cesi all’angolo con via Valadier; il generale Simone Simoni, torturato in via Tasso e ucciso alle Fosse Ardeatine, in via Ferrari 2; Unico Guidoni, giovane comunista ucciso alle Fosse Ardeatine, in via Confalonieri 2.
Lungo le vie di Prati è facile imbattersi anche nelle pietre d’inciampo, sampietrini con il nome delle persone deportate e ideate dall’artista tedesco Gunter Demning, che decise di dedicare la sua vita e il suo lavoro alla memoria di tutte le vittime della Shoah. Se ne possono trovare in viale Giulio Cesare ai civici 223, 71 e 95, oltre che davanti alla caserma da cui furono prelevati 2000 Carabinieri, mandati ai campi di concentramento di Germania, Polonia e Austria. Altre pietre d’inciampo sono state installate sui marciapiedi di via Vespasiano 17, via Monte Zebio 40, Via Germanico 96 e viale delle Milizie (ai civici 140, 15 e 11/A).
Al civico 127 di via Cola di Rienzo invece si trova il salotto del segretario dell’allora Partito Popolare, Giuseppe Spataro, dove, durante l’occupazione nazista, si tenevano le riunioni clandestine che porteranno alla nascita della Democrazia Cristiana, uno dei partiti che partecipò alla resistenza.
Infine ci sono i luoghi della memoria nati per ricordare le vittime del fascismo. È il caso di via Andrea Doria, dove a breve gli alberi verranno dedicati ai partigiani del quartiere. Un primo platano è già stato piantato a inizio dicembre ed è stato dedicato a Teresa Gullace, personaggio poi ricordato nel film “Roma città aperta”. Ma già nel dopoguerra gli abitanti del quartiere avevano l’intenzione di intitolare i platani ai martiri della resistenza. Adesso a distanza di anni quel desiderio si sta trasformando in realtà.