Trieste-Salario | La Storia
Via Agri, 21 anni fa l’omicidio del portiere Nicolino Lai
di Daniele GalliChi era bambino dalle parti di via Chiana negli anni ’80 forse se lo ricorda. Nicolino Lai – Nicola, per tutti – era lo storico portiere di via Agri 17. Nato a Perdasdefogu in provincia di Nuoro nel 1942, fu ucciso nel cortile dove lavorava proprio oggi, ventuno anni fa, dal 76enne Amato Bottazzi. Un inquilino del suo stabile che manifestava da tempo problemi psichici, eppure deteneva in casa una Beretta calibro 6.35. La pistola usata per ferire a morte Nicola.
Sono passate da poco le 9 quando uno sparo fende l’aria. I condomini si affacciano e c’è chi là per terra riconosce il portiere. Nicola si lamenta. E i suoi gemiti vengono distintamente percepiti dalla gente alla finestra. Un’ambulanza lo trasporta all’Umberto I, ma è tutto inutile: il proiettile gli ha devastato il fegato. Il portiere muore verso l’ora di pranzo durante un disperato intervento chirurgico.
Nel frattempo, la polizia blocca l’ingresso del condominio. I testimoni vengono portati in Questura, gli inquirenti cercano di ricostruire il vissuto del portiere. La verità emergerà in nottata, quando gli agenti fermeranno e interrogheranno Amato Bottazzi. Ex ufficiale di Marina, ora pittore per passione, l’anziano inquilino vive all’ultimo piano della scala 2 ma considera di sua proprietà la terrazza condominiale. E questo determina inevitabili contrasti con gli altri residenti.
Tra chi non lo può vedere c’è anche Nicola. Che quella mattina del 16 giugno 1998 sta tranquillamente pulendo il selciato del cortile. Bottazzi passa e calpesta le foglie. Il portiere alza quindi la scopa, “minacciando” di colpirlo. È un bluff, Nicola è noto per la sua bontà. Ma il suo assassino si sente offeso. Sale a casa, tira fuori dal cassetto la rivoltella, torna in cortile e gli spara da due passi.
“Il delitto del lupo solitario”, titolerà Repubblica. Bottazzi fu dichiarato incapace di intendere e volere. Qualcuno accosterà a questo omicidio quello decisamente più noto di Marta Russo, avvenuto l’anno prima. Ma se alla Sapienza una stele celebra la studentessa universitaria, nel condominio di via Agri 17 non c’è nulla che omaggi Nicolino. Di lui resta memoria nei racconti dei residenti. Di chi non può dimenticare l’eco di quel proiettile maledetto.