Trieste-Salario | Articoli
Un centro antiviolenza che rischia la chiusura. Questi i motivi
di Cristiana CiccoliniUn crowdfunding per salvare il Centro donna Lisa, che a luglio rischia di chiudere per sempre. Il motivo è un antico debito con Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica). La struttura fondata dalla Onlus Donne in genere si trova nel III Municipio. in via Rosina Anselmi 41, e rappresenta un punto di riferimento come sportello antiviolenza anche per le donne del nostro quartiere.
Le 25 operatrici specializzate che vi operano, di cui alcune avvocate e psicologhe, sono tutte volontarie e offrono sostegno a chi ha subito maltrattamenti fisici e psichici. “Siamo nel territorio da 21 anni – spiega Alessandra Filabozzi, volontaria e vicepresidente della Onlus -. Ma siamo state costrette a lanciare un crowdfunding (cioè una raccolta fondi, ndr) sul sito www.produzionidalbasso.it. Questo luogo è nato nel 1997 per il desiderio di portare aiuto a chi avesse necessità, da allora ci autotassiamo per pagare affitto e utenze, ma ora gli arretrati sono troppi: nonostante la contrattazione con Ater il debito ammonta a oltre 13mila euro, per ora ne abbiamo raccolto circa 3mila, rischiamo di non farcela”.
Facciamo un passo indietro. Tutto nasce quando nel 1997, Donne in genere decide di occupare il locale Ater per trasformarlo in un centro antiviolenza.
“L’appartamento – prosegue – che non è a uso abitativo, ma commerciale, era abbandonato. Lo abbiamo ristrutturato e reso un luogo di ascolto e sostegno per le vittime di abusi. Da allora, con grandi sforzi, abbiamo iniziato a portare avanti questo progetto, aiutando tantissime donne in difficoltà. E non vogliamo smettere ora”. Nel tempo, però, le volontarie non sono più riuscite a garantire 500 euro di affitto al mese ad Ater, potendo invece corrisponderne solo 200. E il debito è cresciuto al punto da dover avviare una raccolta fondi partita l’8 aprile.
“Siamo riuscite a raggiungere un accordo con il nostro creditore, riducendo tantissimo il debito, ma non basta: solo con le nostre forze non ce la possiamo fare. Speriamo nell’aiuto delle persone che decideranno di darci una mano. Quella per il rispetto dei diritti femminili è una battaglia che non possiamo perdere – conclude Alessandra – ne siamo convinte, in primis Daniela Amato, presidente della onlus. Proprio per questo siamo impegnate anche nelle scuole con incontri che servono a sensibilizzare le nuove generazioni sul tema della violenza”.
“Donne in Genere è tra le fondatrici della rete nazionale D.i.RE, ed è uno dei centri segnalati dal numero 1522, l’help line anti violenza e stalking, promosso dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Per partecipare alla raccolta fondi si possono seguire le modalità previste in questo link: https://www.produzionidalbasso.com/project/io-che-centro-perche-sostenere-il-centro-antiviolenza-donna-l-i-s-a/