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Stop alla violenza sulle donne, ecco le iniziative del Municipio

di Cristiana Ciccolini

Tra le mura domestiche vivono l’inferno. Eppure sembrano come tante altre. Le donne che subiscono violenza restano un dato sommerso. La maggior parte, per paura o vergogna, preferisce non denunciare il proprio partner (o ex).
L’associazione Differenza Donna, attraverso lo sportello Codice rosa attivo nel policlinico Umberto I, riesce a fare luce sulla violenza di genere nel quartiere. “Sono state 124, il 70% italiane – racconta a RomaH24 Sabrina Frasca di Differenza Donna – le vittime che si sono rivolte per la prima volta, nel corso del 2018 al nostro Codice rosa. A 36 di queste sono state prestate consulenze legali e per 8 sono state ottenute misure cautelari per i rispettivi partner, o ex, violenti”.

L’amministrazione municipale sta mettendo in campo importanti iniziative

La violenza non è solo femminicidio. E interessa tantissime coppie, molte più di quelle che i numeri possano raccontare. Si tratta, infatti, di un fenomeno silente, che esplode solo quando l’ennesima donna viene ammazzata. “Purtroppo solo una ristretta parte decide di denunciare – prosegue Frasca – il progetto sportello Codice rosa ci aiuta a fare un quadro della situazione. Solo in caso di femminicidio i dati sono certi: ogni 48 ore, in Italia, una donna muore per mano di un uomo. Ma le manipolazioni, le svalutazioni e i maltrattamenti fisici e psicologici restano ignoti”.

La situazione nel nostro quartiere
Nel Trieste-Salario sono diverse le realtà che operano contro la violenza. E anche l’amministrazione municipale sta mettendo in campo importanti iniziative. Tra qualche settimana, in un immobile confiscato alla criminalità organizzata, sarà inaugurata una “Casa rifugio” per donne costrette a scappare da un uomo pericoloso. “L’indirizzo della casa deve restare segreto – spiega l’assessora alle Politiche Sociali del II Municipio, Cecilia D’Elia – proprio per offrire massima tutela alle vittime. Si tratta di un appartamento di circa 240 mq che sarà gestito da Telefono Rosa e che accoglierà anche mamme e figli minori”. L’accordo di collaborazione per realizzare questo progetto è stato stipulato tra “Ipab Asilo Savoia” e il Municipio.
“Vogliamo offrire – afferma Laura Vassalli, responsabile delle relazioni esterne dell’associazione nazionale – il massimo del sostegno psicologico e legale alle donne. Le aiuteremo anche a ricollocarsi nel mondo del lavoro, quando necessario”. Il Municipio sta anche lavorando a un importante protocollo antiviolenza, come spiega Lucrezia Colmayer, assessora ai Diritti e alle Pari opportunità: “Stiamo per sottoscrivere un documento tra forze dell’ordine e realtà che operano nel quartiere. L’obiettivo è fare rete per supportare tempestivamente chi ha bisogno di aiuto”.

L’attività nelle scuole
E poi c’è il progetto di formazione “La violenza non è amore” che si svolge nelle scuole del territorio. “All’interno delle classi elementari e medie – racconta la consigliera Celeste Manno – già da cinque anni, insieme all’assessore alle Politiche Scolastiche, Emanuele Gisci, abbiamo coinvolto i bambini e i ragazzi sul tema. L’11 marzo saremo nell’aula magna dell’università La Sapienza per presentare gli elaborati da loro realizzati, che poi raccoglieremo in un libro”.
Anche Caterina Boca, presidente della commissione Politiche Sociali del II Municipio ritiene che per cambiare la cultura di genere si debba lavorare sui giovani. “Noi ci siamo assunti un impegno nei confronti delle donne e lo vogliamo rispettare con progetti a loro dedicati, ma anche sensibilizzando famiglie e scuole”, spiega.

Sono state 124, il 70% italiane, le donne vittime di violenza che, nel corso del 2018, si sono rivolte per la prima volta allo sportello Codice Rosa del policlinico Umberto I

Differenza Donna
Il servizio Codice Rosa si trova all’interno del policlinico Umberto I, ed è gestito da Differenza Donna. “Con questo servizio – racconta Sabrina Frasca – il codice di pronto soccorso assegnato alla persona che ha subito violenze è automaticamente giallo. Lo scopo è evitare che l’attesa induca a rinunciare alle cure e che si torni a casa, magari indotte dal pressing del partner aggressivo. In caso di stupro, naturalmente, il colore diventa rosso”.

Giuriste in genere
Altro punto di riferimento per vittime di maltrattamenti è in via Siena 2, aperto il lunedì, dalle 16 alle 18, ma con reperibilità continua. È stato attivato da “Giuriste in genere”, una rete di psicologi e avvocati (22 donne e tre uomini) specializzati in violenza domestica. “Non tutti i legali sono formati per assistere chi ha subito abusi – dice Viviana Straccia, avvocato dell’associazione – noi sappiamo come muoverci, nonostante le falle che ancora ci sono nel sistema giudiziario italiano. Avendo un canale diretto con la Procura di Roma, cerchiamo di far emettere misure cautelari restrittive immediate per evitare che si arrivi al peggio. Ma sono ancora troppo poche le denunce: chi è stata vittima di un abuso, spesso, prova senso di colpa e tace”.
Giuriste in Genere sta per realizzare un progetto patrocinato dal II Municipio per somministrare un questionario ai residenti nel Trieste-Salario. “Lo presenteremo nelle prossime settimane – prosegue Straccia – ad un campione di 5mila cittadini di entrambi i sessi. Vogliamo avere un quadro chiaro su quale sia il loro pensiero sulla violenza”.

Rising pari in genere
“Rising pari in genere”, che si trova in via Alessandria 10 (nella sede di Aied), invece, lavora sulla prevenzione e sulla formazione. “Teniamo corsi sia negli istituti scolastici – racconta la presidente Zedenka Rocco – che per formare operatrici antiviolenza”. L’associazione ha anche creato www.fatelestreghe.it, un giornale web in cui tratta temi legati all’autodeterminazione femminile. “Parlarne è fondamentale – conclude – se vogliamo diffondere la sorellanza tra donne e superare definitivamente la cultura maschilista e patriarcale”.

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