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Tmb Salario, prima riunione dell’Osservatorio permanente

di Federica Capati

L’attività dell’Osservatorio permanente del Tmb Salario, l’iniziativa ideata a fine agosto da Giovanni Caudo, il presidente del III Municipio, entra nel vivo. Quasi duecento persone hanno preso parte alla prima riunione nelle aule di piazza Sempione. L’obiettivo dell’incontro? Organizzarsi “a breve termine”. Decidere i prossimi passi per combattere la battaglia contro l’impianto di via Salaria, fermo restando che il traguardo finale da raggiungere è la chiusura entro il 2019.

Caudo pronto a scendere in campo
La riunione si è aperta con un annuncio bomba. Giovanni Caudo è pronto a scendere in campo. Propone una manifestazione davanti ai cancelli del Tmb, in via Salaria, entro fine mese. “Dobbiamo essere in tanti. Chi è con me?”, chiede alla fine del suo intervento. La platea è esplosa. Tutti sono d’accordo con l’idea di organizzare una manifestazione per sensibilizzare le istituzioni. L’unico dubbio rimane il luogo in cui farla. “Meglio al Campidoglio – sostiene Sciintian Castaldi, insegnante e giornalista– lì c’è più visibilità”. Oltre alla manifestazione, Caudo spiega che l’attività di raccolta delle schede di rilevazione proseguirà. “Oggi raccoglieremo i moduli con le segnalazioni degli odori che i residenti hanno compilato ad agosto – spiega Caudo – ma l’iniziativa prosegue. Lasceremo le urne qui in Municipio e in altri punti di aggregazione che potete decidere voi cittadini in modo da continuare a raccoglierle. Vogliamo coinvolgere anche le scuole. Una volta raccolte altre schede l’intento è quello di lavorare poi sulla geolocalizzazione dei miasmi”.

Gli interventi dei cittadini e dei comitati
I comitati c’erano tutti. Villa Spada, Nuovo Salario, Serpentara, Fidene, Colleferro. Anche Valerio Ercolino, amministratore del gruppo Facebook “Quartiere Trieste-Salario“, che è intervenuto dichiarando la massima solidarietà nei confronti dei cittadini più colpiti dai miasmi. Comitati, ma anche e soprattutto cittadini. “Sono una mamma di Fidene, mi chiamo Caterina delle Noci e il 19 giugno 2018 ho perso mio figlio”. Tutti ammutoliscono quando prende parola Caterina. “Mio figlio era malato di un tumore benigno che nel 2014 è impazzito. Negli ultimi mesi della sua vita mi chiedeva di farli smettere. Di far smettere la puzza”. “Basta questo a riassumere quello che viviamo”, dice con forza un’altra cittadina. Tra gli interventi anche quello di Andrea Scarcelli, il responsabile dell’asilo nido “I colori del mondo“, che sta a qualche metro di distanza dal Tmb. “Fa male leggere su Facebook che un genitore non manderebbe mai il proprio figlio nel mio asilo. Ci sono bambini e mamme che contano su di noi. Per non parlare dei dipendenti che lavorano lì da anni, con le loro storie e famiglie sulle spalle. Io ero lì da prima. Il Tmb è venuto dopo”.

L’intervento del sindacalista e del dipendente dell’Ama
“Avete una bomba nel quartiere”. La denuncia arriva da Alessandro Russo, sindacalista Ama della Cgil. Secondo Russo il Tmb lavora più del dovuto. Vengono smaltite 4000 tonnellate di rifiuti anziché le 750 previste. Gli operai lavorano in modo non adeguato, su cinque metri di rifiuti perché non vengono smaltiti tempestivamente. Anche Bruno, un dipendente del Tmb conferma quanto detto da Russo. “Se fossero smaltiti correttamente i rifiuti, se tutte le sere venisse svuotato, non avreste così tanti disagi. E’ normale che ci sia puzza, noi lavoriamo sempre su rifiuti vecchi. Avete la massima solidarietà”.

Le proposte
Dopo tanti interventi, denunce e proposte l’incontro volge al termine. I propositi ci sono. Intorno al 13 settembre saranno studiate le prime schede di segnalazione dei miasmi, in modo da iniziare a lavorare sulla geolocalizzazione. Entro fine settembre la manifestazione, anche se resta da capire quale sia il punto migliore dove organizzarla, tra il Campidoglio e l’ingresso del Tmb.

GUARDA il video con la testimonianza di una mamma e di un lavoratore del Tmb

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