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Strisce blu a pagamento, storia di una delibera dimenticata
di Claudio LollobrigidaDove eravamo rimasti? Che fine ha fatto il progetto di rincaro della sosta tariffata? Sarebbe dovuto partire dopo l’estate. Ora. E invece niente, è svanito nel nulla. Il Campidoglio lo ha messo via.
“Non ci saranno novità prima di metà 2020“, dice oggi Enrico Stefàno a RomaH24. Al grido di “più cari i parcheggi, meno auto in circolazione e trasporti pubblici più veloci”, l’ei fu presidente della commissione Mobilità di Roma Capitale – ei fu: ora è solo un consigliere comunale, l’attuale presidente è il grillino (ovviamente) Pietro Calabrese – avrebbe voluto far pagare un’ora di sosta sulle strisce blu nel nostro quartiere 1,50 euro, invece di 1 euro. Facendo pagare anche i residenti delle strade del commercio. Come viale Libia e viale Eritrea. E avrebbe voluto eliminare le strisce bianche. Alias, i parcheggi gratis.
Ultima deadline, l’estate. Questa. Adesso Stefàno giustifica questo apparente dietrofront spiegando che “prima deve essere rilanciato il trasporto pubblico della città“.
Ma facciamo un passo indietro. Punto centrale del Piano per la sosta tariffata del 2019, la delibera sarebbe dovuta passare in Assemblea per l’approvazione definitiva all’inizio dell’anno, per poi diventare effettiva “al più tardi a partire dal secondo semestre del 2019“, stando a quanto aveva dichiarato più volte lo stesso Stefàno. La tariffazione pura, con conseguente “rotazione delle auto” – in quanto la sosta continuativa non avrebbe potuto superare le tre ore – avrebbe riguardato diversi assi viari commerciali. Tra i quali i nostri.
Il provvedimento era sembrato davvero vicino alla sua attuazione, tanto che Stefàno ne aveva annunciato la sperimentazione a ridosso del Natale 2018. Salvo poi fare la prima marcia indietro. “Non ci è sembrato utile effettuare una sperimentazione in un asse viario soltanto, in particolare in un periodo come questo”, aveva detto su Facebook.
Ok, niente sperimentazione. Ma niente in assoluto. Niente progetto in assoluto. Dell’ambizioso disegno si perdono le tracce. Secondo Stefàno non se ne perderà di metà 2020, quando la commissione Mobilità potrebbe riprendere in mano il progetto dopo più di un anno. Potrebbe, appunto.
LEGGI lo speciale (a cura di Emiliano Magistri)
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