Trieste-Salario | La Storia

Il 5 febbraio 1944 moriva Leone Ginzburg

di Antonio Tiso

È la mattina del 5 febbraio 1944. Leone Ginzburg muore all’età di 35 anni nel carcere di Regina Coeli. A stroncarlo sono le terribili torture inflittegli dalle SS per la sua mancata collaborazione. Lui, membro del Partito d’Azione, non ha fatto nomi né dato informazioni.

Letterato ed esponente di spicco della lotta al nazifascismo, era stato catturato nella tipografia clandestina di via Basento il 20 novembre 1943. È qui che stampava L’Italia Libera, il giornale del Partito d’azione, cui aveva aderito dopo il 25 luglio 1943.

IL GIORNALE
“L’Italia libera”, organo del Partito d’azione: il primo numero esce nel gennaio 1943

Sposato nel 1938 con la scrittrice Natalia Ginzburg, Leone è docente di letteratura russa e uno tra i fondatori della casa editrice Einaudi. La coppia avrà tre figli: Carlo, Andrea e Alessandra. Dopo l’8 settembre sono costretti a vivere sotto falso nome.

In carcere, dopo un violento interrogatorio da parte delle SS, con volto e labbra tumefatte, si rivolse al detenuto Sandro Pertini con queste parole: “Guai a noi se domani non sapremo dimenticare le nostre sofferenze, guai se nella nostra condanna investiremo tutto il popolo tedesco”.

IL PRIMO ARRESTO
La foto segnaletica di Leone Ginzburg, dopo l’arresto, nel 1934, per la sua appartenenza al gruppo antifascista Giustizia e Libertà. Conosce così prima il carcere e poi il confino. Dopo il 25 luglio 1943 aderisce al Partito d’azione

Oggi Ginzburg è sepolto al cimitero del Verano ed è considerato uno dei principali animatori della cultura italiana degli anni Trenta. Una targa a via Basento 55 ne ricorda l’arresto e l’impegno civile per la democrazia. Pur a distanza di quasi ottant’anni il suo rimane un martirio che marca profondamente la memoria del Trieste-Salario e della resistenza romana.

La targa in via Basento 55 che ricorda l’arresto di Leone Ginzburg, avvenuto nella tipografia clandestina. È stata posta il 2 febbraio 1945

Le foto che accompagnano questa curiosità sono custodite nel volume “Come eravamo, Trieste Salario 1860-1950, il quartiere nelle immagini degli abitanti”, editore Typimedia. Un autentico viaggio nella memoria del Trieste-Salario con un’attenzione particolare al periodo della Seconda guerra mondiale.

Un viaggio realizzato grazie al contributo degli abitanti del quartiere, che hanno messo a disposizione i loro album di famiglia con foto di straordinario valore affettivo, oltreché storico. All’opera hanno anche contribuito aziende, esercizi commerciali e archivi di vario genere.

La copertina del libro “Come eravamo Trieste-Salario 1860-1950”

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