14 Dicembre 2020 - 8:45 . Trieste-Salario . Cronaca
Villa Ada, spunta una petizione per intitolare il parco al ricercatore Giulio Regeni
“Intestiamo Villa Ada a Giulio Regeni“. Si intitola così la petizione lanciata sulla piattaforma change.org e indirizzata al Comune di Roma per intitolare il parco del nostro quartiere al giovane ricercatore italiano torturato e ucciso vicino al Cairo il 3 febbraio 2016.
Ma perché proprio Villa Ada? Nell’enorme polmone verde risiede l’ambasciata d’Egitto, davanti al cui ingresso, negli anni, Amnesty International ha manifestato più volte per ottenere giustizia. Tanto che, periodicamente, gli attivisti affiggevano targhe dedicate a Regeni proprio all’entrata del parco, poi sempre rimosse dopo pochi giorni.
La petizione, che ha superato le mille firme, viene lanciata proprio nei giorni in cui le indagini della Procura di Roma sono terminate, decretando come Regeni sia deceduto in seguito a una insufficienza respiratoria acuta a causa delle imponenti lesioni di natura traumatica provocate dalle percosse del maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif dell’intelligence egiziana.
Lo sostengono il procuratore Michele Prestipino e il pm Sergio Colaiocco nell’avviso di conclusione delle indagini. A Sharif sono contestate infatti, oltre al sequestro di persona pluriaggravato, anche le lesioni gravissime e l’omicidio. “Al fine di occultare la commissione dei delitti suindicati, – si legge nelle carte – abusando dei suoi poteri di pubblico ufficiale egiziano, con sevizie e crudeltà, mediante una violenta azione contusiva”, che “esercitava sui vari distretti corporei cranico-cervico-dorsali, cagionava imponenti lesioni di natura traumatica a Giulio Regeni da cui conseguiva una insufficienza respiratoria acuta di tipo centrale che lo portava a morte”.
A rischiare dunque il processo sono il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. A quest’ultimo, oltre al sequestro di persona pluriaggravato, sono contestate anche le lesioni personali e l’omicidio del ricercatore friulano.
“Una cosa semplice ma culturalmente efficace è intestare Villa Ada Savoia a Roma – si legge nella petizione – dove è attualmente insediata l’ambasciata d’Egitto, a Giulio Regeni, come affermazione della dignità dei cittadini italiani e come condanna perenne della arroganza di tutti i regimi totalitari”.
LEGGI lo speciale sulla targa per Regeni (a cura di Antonio Tiso)