31 Agosto 2018 - 20:37 . Salario . Ambiente
Villa Ada, per il Leprotti “Nessuna collaborazione possibile con il Festival”
“La proposta di collaborare? Chiacchiere. Un modo per tenerci buoni. Loro hanno solo una possibilità: andarsene. Non ci sono vie di mezzo”. Alessandro Leone, presidente della storica associazione I Leprotti di Villa Ada, si scaglia contro gli organizzatori del Festival Villa Ada incontra il Mondo. Concluso da poche settimane, l’evento, uno dei più frequentati dell’estate romana, continua a lasciare una lunga coda di polemiche sulla sua presenza all’interno del secondo parco più grande di Roma. Il direttore artistico, Saro Poppy Lanucara, ha lanciato di recente la proposta di collaborare con le associazioni del territorio, mettendo da parte le polemiche e cercando una strada congiunta per lavorare al bene del parco, Comune e II Municipio compresi.
È l’incompatibilità ambientale del Festival con i ritmi naturali vita della villa il punto su cui i Leprotti e Osservatorio Sherwood insistono da anni. “Il Festival fa danni all’ambiente e questo è il motivo per cui deve spostarsi”. Leone è un fiume in piena, ma mentre parla non perde d’occhio gli atleti della sua associazione, intenti ad allenarsi dalle prime ore della giornata. “Da quando ci sono i concerti e le serata di musica dance fino alle 5 del mattino, intorno al laghetto non cresce più l’erba, dato che migliaia di persone si riversano qui la sera. Gli animali che vivono nel bosco vicino, volpi e istrici, si allontanano impauriti per poi tornare gradualmente solo nei mesi. Per chi vive nel quartiere il volume della musica è assordante, la notte non dormi. Lo scorso anno hanno smontato a ottobre. All’8 giugno di quest’anno avevano accumulato circa 50.000 euro di multe pregresse per occupazione del suolo pubblico senza licenza. Nel 2017 abbiamo sporto denuncia perché per legge non ci possono essere deroghe ai vincoli ambientali, se non per manifestazioni occasionali e temporale. Ora aspettiamo, i tempi della giustizia sono lunghi”.
La domanda che sorge spontanea è dunque quale possa essere la soluzione migliore per non cancellare un Festival che riscuote notevole successo da ormai venti anni. “Questo è un polo ambientale, così come Villa Borghese è il polo culturale e Villa Pamphili il polo sportivo. I luoghi più adatti per un Festival che ospita 70.00 spettatori nell’arco di sei settimane sono il laghetto di Tor di Quinto o Villa Borghese, dove tra l’altro ci sono già l’elettricità, i servizi, le vie di fuga. In definitiva: nulla di personale. Vogliamo solo il bene della villa”.
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