28 Maggio 2018 - 9:42 . FuoriQuartiere . Ambiente
Pecore tosaerba, l’allarme degli animalisti: “Che fine faranno questi animali”?
“Che ne sarà degli animali che lavoreranno per Roma? L’impiego di pecore come tosaerba nei parchi prevede anche il loro rispetto?”. Sono le domande che pongono a RomaH24 due tra le principali associazioni ambientaliste del Paese, Animalisti italiani Onlus ed Enpa (Ente nazionale protezione animali), alla luce del protocollo d’intesa sottoscritto il 24 maggio da Roma Capitale e Coldiretti.
L’accordo, biennale, prevede la possibilità che cinquantamila pecore vengano utilizzate per radere il verde di una ventina di zone. Niente ville storiche, l’accordo riguarda parchi come quelli di Aguzzano, Casacalda, Tobagi, Centocelle e Tor Vergata, solo per citarne alcuni. Alla Caffarella accade già: duemila ovini brucano quotidianamente enormi distese incolte.
“Il protocollo ha senso – dice a RomaH24 Carla Rocchi, presidente di Enpa – se limitato alle aree periferiche, ma non può sostituire una pianificazione attenta del lavoro di manutenzione del verde urbano. E sarà importantissimo che alle pecore venga garantita una decorosa vecchiaia, senza mandarle al mattatoio”.
Enpa non è l’unica associazione che si pone queste domande. “Come idea potrebbe sembrare simpatica, divertente e originale – spiega a RomaH24 Walter Caporale, presidente di Animalisti italiani Onlus – ma la convenzione appena firmata da Raggi e Coldiretti prevede che ci sia anche il rispetto degli animali? E che fine faranno dopo essere stati utilizzati? E chi seguirà questi animali?”.
Per ora, il Campidoglio tace. E allora c’è chi come il Codacons, l’associazione principe per la tutela dei consumatori, la butta sull’ironia: “Oltre a corsi di pastorizia per i dipendenti comunali, dovranno essere allestite apposite stalle nei pressi dei parchi pubblici per ospitare e far riposare gli animali che si sostituiranno al Servizio Giardini”, dice il presidente Carlo Rienzi. Che poi, più seriamente, avverte: “Questa misura rischia di costare all’amministrazione più di quanto si spenderebbe per far funzionare correttamente l’attività di manutenzione del verde pubblico in città”.