10 Giugno 2019 - 8:40 . Trieste-Salario . Cronaca
Nuovo regolamento di polizia urbana, ecco cosa ne pensano i comitati del quartiere
“Ben venga il nuovo regolamento di polizia urbana. Ma poi serve farlo rispettare, altrimenti resta lettera morta”. È questo il pensiero ricorrente tra i volontari per il decoro urbano del quartiere. Dopo 73 anni l’assemblea capitolina ha approvato un nuovo sistema di regole con l’obiettivo di promuovere il decoro della città. A rischio multa chi bivacca e rovista nei cassonetti dei rifiuti. Stretta sui beoni da strada. Obbligo per chi possiede un animale di portare con sé sacchetti per la raccolta delle deiezioni. E inoltre, niente bucato, bandiere, drappi e striscioni esposti ai balconi che si affacciano su pubblico suolo.
A far discutere però non sono tanto le singole norme contenute nel regolamento, quanto la sua capacità di essere messo in pratica. I cittadini non vogliono infatti trasformarsi in gendarmi. Nicoletta Camboni, attivista del comitato di Piazza Caprera lo dice a chiare lettere: “Se chiamo la polizia locale per segnalare che di notte sotto casa c’è un continuo bivacco, con urla, canti e bottiglie rotte la risposta che ricevo puntualmente è: ‘Quando abbiamo qualcuno lo mandiamo’. Ma così il problema della piazza si trascina da anni e noi residenti non ci sentiamo tutelati”.
Dello stesso avviso è Paolo Peroso, presidente degli Amici di Porta Pia: “È certamente lodevole il tentativo di rieducare la cittadinanza, colpendo chi realmente sporca e degrada. Ma con quali forze il nuovo poliziotto andrà in giro a multare? Stiamo ancora aspettando che venga sanzionato chi butta le cicche di sigarette a terra”.
Elena Viscusi di Retake vede di buon occhio l’attenzione al tema, ma chiede che il nuovo regolamento non diventi il paravento per nascondere le gravi inefficienze nell’erogazione di servizi pubblici: “Può essere di stimolo alla cittadinanza, ma attenzione: a Roma esiste un gigantesco problema di smaltimento e riciclo dei rifiuti. Agire sull’ultimo e più fragile anello della catena, senza affiancare serie indagini su tutta la filiera criminale che organizza il rovistaggio, non porterà probabilmente a grandi risultati”.
Chiude Massimo Proietti Rocchi, presidente degli Amici di Villa Leopardi: “Era ora che venissero inserite queste norme. Ce ne sono molte condivisibili. Ora però facciamole rispettare per davvero”.