20 Giugno 2022 - 18:21 . Africano . Cronaca
Mobilità sostenibile, Roma studia il modello Amsterdam. Anticoli: “Ecco perché si può fare”
di Giulia Argenti
“Roma non è Amsterdam… ma neanche Amsterdam lo era”. Questo il titolo, emblematico, dell’incontro che si è svolto lunedì 20 giugno alle 13.30 alla Libreria Eli di viale Somalia 50 A. Il tema? La mobilità “attiva” con l’obiettivo di “dar seguito all’importante esperienza vissuta ad Amsterdam e legata al progetto europeo d’interscambio culturale Handshake” spiegano le associazioni promotrici dell’incontro: Roma Produttiva e Botteghe Storiche di Roma.
IL PROGETTO
Ma di cosa si tratta nel dettaglio? Il progetto Handshake ha come obiettivo lo sviluppo della ciclabilità partendo da un’esperienza di eccellenza europea e mondiale come Amsterdam per trasferirla ad alcune città “follower”, tra cui Roma. L’iniziativa prevede un intenso programma di scambio, training, ed e-learning, rivolto in particolar modo ai tecnici e ai progettisti della Capitale, per analizzare non solo le scelte tecnico/trasportistiche ma anche i risultati economici e il rapporto costi-benefici conseguente le scelte fatte.
In quest’ottica si inserisce il viaggio che una delegazione di tecnici romani ha compiuto nella capitale olandese dal 16 al 20 maggio, per capire dagli esperti locali “come una città caotica e disordinata, quale quella dei tulipani, si sia trasformata in una delle più virtuose capitali europee per qualità della vita”.
Qui sotto un video-racconto del viaggio, che è stato proiettato in apertura dell’evento.
GLI INTERVENTI
A moderare l’incontro è stato Giulio Anticoli, presidente di Roma Produttiva e dell’associazione Botteghe Storiche di Roma, nonché storico commerciante di viale Somalia. Anticoli è stato tra i membri della delegazione volata ad Amsterdam.
Tra i partecipanti all’evento anche le assessore municipali Valentina Caracciolo (Attività produttive e Mobilità) e Paola Rossi (Scuola e Lavori Pubblici). La prima ha sottolineato le difficoltà che possono presentarsi lungo il percorso di chi vorrebbe portare il modello Amsterdam a Roma: “Il nostro Municipio (il II, ndr) è pienamente disponibile e favorevole – ha spiegato – ma ci sono mille vincoli, legati alle risorse economiche, alla mancanza di personale, al rapporto con la polizia locale, che pone ogni volta una serie di ostacoli che è difficile sormontare. Faccio un esempio: abbiamo messo in piedi il progetto delle strade scolastiche, individuandone almeno sei nel nostro territorio. Parliamo di strade, poste in prossimità degli istituti scolastici, che vengono chiuse al traffico nell’orario di entrata e di uscita dei bambini. Ecco, qual è il problema? Manca il personale per presidiare le strade, manca la segnaletica. In questo modo i progetti si bloccano. Per cambiare davvero le cose in questa città, bisogna prima cambiare approccio“.
La parola è poi tornata ad Anticoli, che ha sottolineato alcuni punti-chiave importanti, emersi durante i tre giorni trascorsi ad Amsterdam: “Perché una ciclabile sia utilizzata deve essere funzionale, non può essere solo una striscia rossa disegnata sull’asfalto. Ad Amsterdam le ciclabili sono regolate con dei semafori intelligenti”. Ma come è possibile mettere insieme i fondi per realizzare queste opere imponenti? Lo spiega sempre Anticoli: “Una delle prime cose che ho chiesto durante il viaggio ad Amsterdam è stata: ‘Come fate a reperire le risorse necessarie?’. E la risposta è stata semplice: arrivano dai privati. Che finanziano le grandi opere perché ci guadagno. Ricordo che a Roma Diego Della Valle per ristrutturare il Colosseo ci ha messo tre anni, perché ha dovuto superare molti ostacoli. Allora, impariamo, prima di tutto, a snellire le procedure“.
Su questo punto è tornata anche l’assessora Paola Rossi: “Per snellire le procedure bisogna anche capire un concetto fondamentale – ha detto –. Spesso a bloccare i progetti sono proprio i cittadini, che si oppongono e fanno polemiche. Un esempio? Il piano di semipedonalizzazione di viale XVII Olimpiade, contro cui si sono opposti i residenti. Bisogna cambiare approccio, sì, ma partendo dai cittadini”.
Spazio poi al parere di un tecnico, Alessandro Fuschiotto, ingegnere e dirigente di Roma Servizi per la Mobilità, membro della delegazione volata ad Amsterdam: “Roma è l’unica città al mondo in cui le aree pedonali sono sempre ‘aree pedonali eccetto qualcosa’ come i taxi o gli autobus. E così ci ritroviamo con zone come il Tridente che è un’area pedonale per modo di dire. E ovviamente non possiamo nemmeno pretendere che la polizia locale vada dietro a ogni motorino“.
Tra gli interventi delle associazioni, che si sono alternate una dopo l’altra al microfono, è stato particolarmente applaudito quello di Paolo Peroso, presidente dell’associazione Amici di Porta Pia e commerciante del Trieste-Salario: “Sì alle pedonalizzazioni, alle semipedonalizzazioni e alle ciclabili – ha detto – purché si tratti di progetti strutturati e pensati, e non di interventi spot, come spesso accade, che finiscono per complicare la vita dei cittadini”.
Infine, in chiusura, i saluti del padrone di casa, Marcello Ciccaglioni, che ha lanciato una proposta: “Non fermiamoci qui – ha detto – rendiamo questo appuntamento la tappa da cui partire incontrandoci almeno una volta al mese per studiare, tutti insieme, un progetto ben strutturato da proporre alle istituzioni. Ci dovranno ascoltare”.