21 Ottobre 2018 - 14:11 . Trieste-Salario . Cronaca

Minimarket, il quartiere boccia la proposta per la chiusura anticipata

Chiusura anticipata dei negozi etnici. Questa la proposta del ministro Salvini, contenuta nel decreto Sicurezza in discussione al Senato in questi giorni. “Ritrovo di spacciatori, ubriaconi e casinisti”: così il ministro dell’Interno ha definito alimentari, minimarket e negozi di frutta etnici. Il tema, al centro di una discussione a livello nazionale, riguarda anche il Trieste-Salario: come in tutta Roma, sono tante le attività di quel tipo presenti nel quartiere. RomaH24 ha sondato la reazione dei residenti rispetto alla possibile riduzione di orario.

“Esco dal lavoro spesso dopo le nove, e capita che abbia bisogno di comprare qualcosa al volo per la cena o per la colazione del giorno dopo” spiega Daniele, che fa l’avvocato a Prati e vive a via Lago di Lesina. “Mi servo spesso alla bancarella sotto casa, l’ho sempre trovata aperta. Per me sarebbe una comodità in meno”. Come lui la pensano molti residenti nel quartiere, che hanno il “loro” negozio di riferimento e non vorrebbero rinunciarvi.

I dubbi legati al maggior rispetto delle regole nascono su due questioni in particolare: la vendita di alcolici e gli eccessivi orari di lavoro a cui sono sottoposti i dipendenti di queste attività. “Ho sempre trovato curioso il fatto di non poter comprare una bottiglia di vino a tarda notte al Carrefour, ad esempio, e poterla acquistare in uno di questi negozi”, spiega Riccardo, che fermiamo davanti al minimarket di viale Etiopia. “Se c’è un divieto dovrebbe valere per tutti, no?”.

L’aspetto degli orari di lavoro interessa invece Marzia, trentenne fisioterapista che vive a piazza Istria e spesso si serve al minimarket di corso Trieste: “Vedo spesso la stessa persona alla cassa, ma non si riposano mai? Fanno dei turni oppure lavorano senza soste?”. Anche lei, rispetto alla chiusura anticipata, ha le idee chiare: “Eliminerebbe una comodità, che tra l’altro è normale in tante città europee. Sono cambiate le modalità e gli orari di lavoro di molte categorie professionali, la nostra società e le istituzioni dovrebbero adeguarsi a questa realtà”.

Il tema della concorrenza, che interessa principalmente i rivenditori di frutta e verdura e gli alimentari, non viene vissuto con particolare ansia da Immacolata Voci, titolare de “L’oasi della frutta” a viale Gorizia. “Ognuno fa quello che vuole, per me non è un grande problema che rimangano aperti fino a tardi. Anche perché la concorrenza è relativa, anche rispetto gli stessi prodotti. La frutta che vendiamo noi è di qualità superiore, i clienti lo sanno e scelgono anche in base a questo”.