1 Settembre 2018 - 9:35 . Salario . Ambiente
Il Tempio di Flora a Villa Ada. Da gioiello a dormitorio
Restaurato completamente nel 2000, il Tempio di Flora a Villa Ada è in completa rovina. Colonne imbrattate, fontane coperte di muschio, infissi divelti o mancanti, muri a rischio crollo. E ancora: scritte in spray e sciami di insetti nelle gallerie.
Il Tempio di Flora, la Coffee House dove Vittorio Emanuele III riceveva gli ospiti, oggi è un dormitorio per senza fissa dimora, un luogo dove bere e scarabocchiare sulle pareti. All’interno pentole, valigie, bottiglie, resti di pasti, vestiti stracciati. Mentre a pochi metri risplendono i giardini all’italiana curati in maniera perfetta dal Consolato d’Egitto. Paradossi di questo angolo di Villa Ada.
E pensare che il palazzo gioiello era stato restaurato dal Campidoglio nel 1999 insieme al Belvedere e alla casa del custode con 3miliardi e 800milioni di lire dei fondi per il Giubileo. In base al progetto il Tempio di Flora avrebbe dovuto tornare all’originaria funzione di caffetteria, come ai tempi dei reali di Savoia, ma non è mai accaduto. E negli anni il degrado e l’abbandono si sono impadroniti di questo storico edificio, come del resto è accaduto per molte altre strutture a Villa Ada, tra cui le Scuderie Reali.
“Il Servizio Giardini non si è mai accorto di niente?”, domandano ironicamente I Leprotti di Villa Ada in un video apparso di recente sulla loro pagina Facebook. “Assessore alla cultura del Comune di Roma, ci vogliamo pensare alla cura del parco?”