27 Giugno 2018 - 13:45 . Porta Pia . Curiosità
Il condominio “di una volta” di via Alessandria, dove tutti sono amici
Potrebbe sembrare un semplice condominio. Ma il portone in legno della palazzina al civico 63 di via Alessandria nasconde molto di più.
È un condominio fatto di persone, di solidarietà e di ascolto. Un condominio come quelli di una volta, dove la porta dei vicini era sempre aperta. Gli inquilini del civico 63 si riuniscono circa sei volte l’anno, a volte anche di più. Ma non per discutere dei problemi del palazzo.
L’obiettivo è ben altro. Conoscersi, condividere la propria storia. Essere come una grande famiglia. Sei volte l’anno più o meno – ma il numero può cambiare – i condomini cenano insieme. A rotazione, un inquilino invita gli altri a cena a casa sua per passare una serata in compagnia. L’idea è venuta a Carlo, 84 primavere. “Noi ci conosciamo tutti, viviamo qui da anni – racconta – ho organizzato la prima cena pensando che avremmo potuto conoscerci ancora meglio”.
Le sue figlie sono grandi ognuna ha la sua vita. Sua moglie non c’è più. Ma Carlo non si è dato per vinto e ha dato il via ad una tradizione che va avanti da più di due anni. “Le cene si fanno a rotazione nelle nostre case – spiega Annamaria, che abita un piano sotto a Carlo – partecipano quasi tutti e hanno le età più svariate”. Alle cene infatti c’è Carlo che ha appunto 84 anni, c’è l’energica Annamaria che di anni ne ha poco meno di 70, ma ci sono anche alcune giovani studentesse tra i 20 e i 25 anni. “Si trova anche chi non sa cucinare ma ci prova lo stesso, così come c’è chi cucina benissimo ma invece è più timido e silenzioso”, conclude Carlo.
Ma non è tutto. “All’ingresso ho messo un mobile e due poltroncine, per chi vuole riposare un momento magari di ritorno dalla spesa – racconta ancora Annamaria – e poi ho voluto piazzare anche delle piccole librerie, almeno se la notte qualcuno si sveglia e ha voglia di leggere, può scendere e prendere un libro”. Il condominio del civico 63 è senza dubbio un po’ speciale. I suoi abitanti non sono degli estranei come invece spesso accade, soprattutto in una città come Roma. C’è voglia di condivisione e di solidarietà. C’è una rete di relazioni quasi familiare. Ecco cosa si nasconde dietro quel bel portone in legno di via Alessandria.