15 Febbraio 2020 - 15:37 . Coppedè . Cronaca
Così al Coppedè è stato possibile abbattere un villino storico
“Promuovere la riqualificazione di aree urbane degradate e di tessuti edilizi disorganici o incompiuti”. È un estratto della legge regionale del 2017 in base alla quale è stato possibile radere al suolo lo storico villino Naselli, un mirabile esempio di architettura neorinascimentale degli anni ’30, sulle cui ceneri è stata edificata una moderna palazzina. Qualcosa, tuttavia, stride col buon senso. “L’area urbana degradata” è quella inserita in via Ticino 3, pieno Coppedè, a due passi dai Parioli, uno degli angoli più incantevoli della città eterna, armonioso esempio di liberty e art decò. Il capitolato è del 18 luglio 2017, tre mesi dopo (era il 16 ottobre) le ruspe daranno il primo, possente vagito al progetto firmato da Alessandro Ridolfi, allora presidente dell’ordine degli architetti di Roma.
Oggi, dopo circa due anni e mezzo dall’abbattimento del villino Naselli, è (quasi) arrivato il momento di consegnare le chiavi ai proprietari degli appartamenti della moderna palazzina appena edificata. Una nota agenzia immobiliare ha messo in vendita le nuove unità abitative.
I prezzi, come si conviene a una zona ricca di censo e fascino come il Coppedè, non sono esattamente popolari, si parte dai 950mila euro per un quadrilocale da 127 metri quadrati al piano terra. Salendo le scale, salgono anche le quotazioni, al primo piano si sfonda agevolmente il milione di euro (un milione e ducentomila, per la precisione) per abitare in 144 metri quadrati; stessa metratura per il terzo piano ma il costo lievita fino a un milione e quattrocentomila euro.
Se certe cifre sono inavvicinabili per molti, chi desidera vedere gli interni può “accontentarsi” di un tour virtuale a 360° messo a disposizione sul sito dell’agenzia di vendita.
Nella descrizione del portale si legge: “L’appartamento esposto su tre lati si affaccia sugli storici villini del quartiere Coppedè”. Chi si affaccia, invece, dagli storici villini del Coppedè noterà una palazzina fresca di malta inserita in un improvviso “tessuto edilizio disorganico”.
I vicini di casa del Coppedè, invece, possono tirare un sospiro di sollievo, il ministero dei beni e delle attività culturali ha pubblicato, sabato 8 febbraio, il decreto di “dichiarazione di notevole interesse pubblico per l’area corso Trieste” dove i villini storici, almeno lì, sono stati messi al riparo dalle ruspe.
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