11 Gennaio 2022 - 7:30 . flaminio-parioli . Cronaca

Cinghiali investiti in corso Francia, auto danneggiata. Il racconto della guidatrice: “Poteva andare peggio”

Corso Francia
Corso Francia

“All’improvviso sei o sette cinghiali mi attraversano la strada. Sono enormi, mai visti così grossi e sono anche veloci. Ne schivo uno, rischio di andare fuori strada, un altro mi viene contro, evito miracolosamente anche quello. Testacoda inevitabile. Il terzo no, non sono riuscita a evitarlo”.

Comincia così il post su Facebook di Giada Fazzalari, giornalista, che il 9 gennaio ha avuto un incontro fin troppo ravvicinato con un gruppo di cinghiali. Dove? In zona corso Francia. 

“Ero in auto con la famiglia — rammenta Fazzalari — di rientro da un giro al centro. Guido io, a bordo della mia inseparabile 500 color bianco perla. Dopo aver evitato i primi cinghiali ne prendo uno quasi in pieno, sento un rumore assurdo, ho avuto paura di fare un incidente serio. L’auto ne è uscita danneggiata, noi stiamo bene. Se faccio un bilancio, mi sento fortunata”.

Infine, la giornalista lancia un appello: “Nessuno fino a oggi è risalito alla catena di responsabilità che coinvolge chi ha trasformato la Capitale d’Italia in una vera e propria discarica. La nuova giunta prenda provvedimenti quanto prima. Nonostante tutto, sono fiduciosa”.

Intanto, l’associazione italiana Difesa animali e ambiente lancia la sua proposta: “I cinghiali, come Attila, possono essere fermati alle porte di Roma. Invieremo nei prossimi giorni al sindaco Roberto Gualtieri un piano a ‘costo vicino allo zero’ che prevede la messa in sicurezza e la sterilizzazione dei cinghiali presenti nella Capitale e nei dintorni ed un piano nazionale di adozione”.

Il piano, assicura l’associazione, è “studiato nei minimi dettagli” e prevede la “realizzazione di aree apposite ai margini della città dove ospitare i cinghiali dopo la loro cattura e sterilizzazione, mentre il piano di adozione a distanza permetterebbe, come oggi avviene per cani e gatti, la loro gestione da parte delle strutture che li ospitano a costi bassissimi. Certo, nel contempo dovrebbe essere completata l’opera di pulizia della città in modo da ridurre gli arrivi di nuovi animali attirati dalla spazzatura presente ancora in diverse zone di Roma”.

Secondo l’Aidaa, il progetto “potrebbe essere completato entro qualche mese con l’ausilio e l’opera di un gruppo di veterinari. Esistono dei progetti pilota italiani ed europei a cui fare riferimento: certo la sterilizzazione e la liberazione allo stato brado sarebbe una soluzione incompleta, serve invece provvedere a un progetto più dettagliato che preveda delle aree di accoglienza come noi prevediamo nel nostro”.