27 Luglio 2019 - 8:40 . FuoriQuartiere . Cronaca
Carabiniere ucciso, fermati due 19enni americani: uno dei due ha confessato
Durante l’interrogatorio ha ammesso di aver ucciso il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Si tratta di uno dei due 19enni americani che sono stati fermati dopo l’omicidio avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì nel quartiere Prati, in via Pietro Cossa.
Il carabiniere aveva 35 anni ed era sposato da poco più di un mese. Come riporta una nota della stessa Arma dei carabinieri, “poco prima dell’omicidio, i due giovani statunitensi avevano sottratto uno zaino ad un cittadino italiano, minacciandolo, nel corso di una telefonata, di non restituirglielo se non dietro il pagamento di 100 euro ed 1 grammo di cocaina. Successivamente, i carabinieri, contattati dalla vittima che aveva denunciato l’accaduto, si sono presentati all’appuntamento per bloccare i ladri che, nonostante i militari si fossero qualificati quali appartenenti all’Arma, non hanno esitato ad ingaggiare una colluttazione, culminata nel tragico ferimento mortale del vicebrigadiere”.
Nel corso della perquisizione della camera dell’hotel, occupata dai due fermati, è stata rinvenuta e sequestrata l’arma del delitto, un coltello di notevoli dimensioni, abilmente nascosto dietro ad un pannello a sospensione del soffitto, nonché gli indumenti indossati al momento del reato.
Certo è che, fino all’ammissione del giovane americano, tutto questo era bastato per far scattare sui social network e non solo una vera e propria “caccia al magrebino”, visto che le prime voci che avevano iniziato a circolare, poi rivelatesi sbagliate, volevano due nordafricani come responsabili dell’omicidio del vicebrigadiere.
GUARDA l’omaggio della polizia sotto il Comando generale dell’Arma