22 Giugno 2018 - 14:39 . Trieste-Salario . Cronaca

Cannabis light, i commercianti: “Dal Css paure infondate, livelli di Thc pari a zero”

Il giorno dopo la decisione del Consiglio Superiore di Sanità (Css) di dire no alla vendita di cannabis light per un “principio di precauzione e di tutela di consumatori inconsapevoli”, si sono scatenate una serie di reazioni tra i commercianti che trattano questi prodotti. Nel Trieste-Salario sono molti gli esercizi nati dal 2017 ad oggi. Nel mirino la sentenza del Css, secondo cui gli effetti del Thc anche a bassa concentrazione su alcuni soggetti come anziani, madri in allattamento o persone con patologie particolari siano ancora poco studiati. Ora, dopo il parere del Css, la decisione di vietare la vendita spetta al Ministero. Ma i timori per i commercianti ci sono.

“E’ un passo indietro, non credo ci sia questa pericolosità per i soggetti più a rischio quali anziani, donne incinte o persone con patologie particolari, altrimenti Paesi come il Canada non avrebbero legalizzato la cannabis a scopo ricreativo”, ci racconta Jacopo Fanfera di Mister Botanist di via Chiana. “Inoltre è ridicolo discutere di queste cose quando l’alcol è in libera vendita e sappiamo tutti che l’alcol faccia molto più male, visto che non ha limiti di ‘concentrazioni’. Spero che non si faccia questo passo indietro”. Mentre sulla tutela dei “consumatori inconsapevoli” ci dice: “Un anziano non comincia a usare marijuana perché abbiamo aperto noi, ma fuma perché lo ha già fatto in passato. I consumatori sono consapevoli, perché non c’è niente di nascosto. Da noi le informazioni sono chiare”.

Il Css ritiene che “la biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni (sono di 0,2%-0,6%, le percentuali consentite dalla legge, ndr) non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili; tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine”. Ma Fanfera invece precisa: “Il Thc è presente poi solo nelle infiorescenze ma in maniera irrisoria, mentre negli altri prodotti, che sono il 99% di quello che noi vendiamo, come gli olii, è assente. Ci sono sostanze psicotrope ben peggiori in circolazione e molto più pericolose della cannabis”.

“A parte che noi lo vendiamo come souvenir o come uso terapeutico, come dice la legge, noi vendiamo cannabis secondo la legge. I prodotti che vendiamo contengono solo lo 0,2% di Thc, come prescritto”, dice Dario Iacobellis dell’Amsterdam Store di viale Libia. “Noi abbiamo tutti prodotti dove varia la percentuale di Cbd. Poi da quanto capisco è un consiglio, non una decisione definitiva. Noi ci atteniamo alla legge che ci permette di poter vendere questi prodotti. Timore? Per ora non ci sono cambi, sembra più un consiglio che il Css fa. Vedremo come si svilupperanno le cose”.