Identità svelata. “Quei segni lì, intorno alle buche che tappezzano la zona di Porta Pia, li abbiamo fatti noi“. Noi. Sono i membri dell’associazione “Vagabondi in Moto”. Giuseppe Lombardo alza la mano e ci mette la faccia. È il loro presidente. Si ritrovano qui, in via Ancona, zona via Alessandria. E da qui si muovono per segnare gli avvallamenti pericolosi della Capitale – e in prima battuta del quartiere – con una bomboletta spray.

I bikers hanno aderito all’appello lanciato da  Graziella Viviano, la madre della 26enne, Elena Aubry, vittima il 6 maggio di un incidente in moto, provocato da una delle buche che minano via Ostiense. La mamma ha chiesto ai romani di aiutarla a segnalare tutte le buche di Roma. Un tema caro – questo – a “Vagabondi in Moto”. A RomaH24, Giuseppe racconta di essere “assolutamente favorevole” all’intesa tra il Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, e Autostrade per l’Italia, grazie a cui cento detenuti definiti “a bassa pericolosità” si occuperanno della manutenzione delle strade romane. “Era ora che si trovasse una soluzione – dice Giuseppe -. Se il Comune non ha soldi, utilizzi le risorse che ha. E anche i detenuti ritenuti poco pericolosi, uscendo dalle loro celle, avranno modo di passare un po’ di tempo all’aria aperta”. Il loro aiuto potrebbe servire a evitare altre morti tragiche come quella di Elena.

Giuseppe ci è passato. Sa cos’è il dolore. “Un anno e mezzo fa, ho perso il mio collega per un incidente in moto. Era anche lui un membro dell’associazione, oltre che titolare del bar insieme a me (che porta il nome dell’associazione, ndr)”. Da allora, Lombardo organizza dei corsi sulla sicurezza stradale, sulle buche di Roma. E su come evitarle. Per segnalarle, invece, gli basta una bomboletta spray. Nel ricordo di Elena.

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LEGGI lo speciale sulle buche segnalate (a cura di Camilla Palladino)