3 Aprile 2020 - 18:04 . Trieste-Salario . Personaggi
Borse asiatiche, Linkedin e pittura, i giorni del Covid-19 nel racconto di Guido Cutillo
Guido Cutillo è un economista-ambientalista. Nel Trieste-Salario è noto per la sua proposta di trasformare Villa Ada sul modello del newyorchese Central Park. “Salus per Villam” è un progetto di riqualificazione serio, dettagliato, lanciato dal movimento che lui stesso ha fondato: “Urbs Urbium”. Aree gioco, punti ristoro, piste ciclabili, servizi igienici. “Quando tutto sarà tornato alla normalità – dice -, Villa Ada è un patrimonio incredibile sul quale vale la pena fare degli investimenti. Perché danno dei ritorni certi”.
Romano, 47 anni, quattro figlie, Cutillo è direttore dell’Osservatorio Executive Compensation e Corporate Governance della Luiss e docente alle business school della Luiss e del Sole 24Ore. È partner di EY (Ernst & Young), una delle maggiori società di consulenza e revisione al mondo. “In questi giorni di quarantena, lavoro da casa. Ma quando voglio rilassarmi, mi affaccio sul terrazzo condominiale e respiro il verde di Villa Ada. È il nostro polmone”.
Cutillo, com’è cambiato il suo lavoro con la pandemia di Covid-19?
“Mi sono abituato a utilizzare gli strumenti che ci mette a disposizione la tecnologia per lavorare da remoto, come Microsoft Teams e Skype”.
Finita l’emergenza Coronavirus, finirà anche lo smartworking?
“No, al contrario: sarà una rivoluzione con effetti duraturi. Interi settori del mondo del lavoro si sono fatti trovare del tutto impreparati. Come la pubblica amministrazione. Diversi ministeri non avevano nemmeno i computer portatili. In molte aziende, invece, lo smartworking era già noto ed è stato implementato. Molti amministratori delegati e direttori del personale mi stanno annunciando l’intenzione di renderlo una consuetudine, aumentando la percentuale di lavoratori che adotteranno questa modalità anche in futuro”.
Ci guadagnerà in primis l’ambiente.
“Lo smartworking porta tanti vantaggi. Aumenta la produttività del lavoro e riduce tanti spostamenti inutili. Contribuisce quindi a far calare l’inquinamento atmosferico e decongestiona le città”.
Secondo il centro studi di Confindustria, l’Italia rischia di perdere nel 2020 il 6% del Pil e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Lo scenario è davvero così apocalittico?
“Sono stato tra i primi ad avvertire che sarebbe stata una crisi peggiore di quella del 2008. Quella nacque all’interno del sistema bancario, e si rifletté sull’economia reale attraverso i mutui subprime, e il crollo del mercato immobiliare e del credito. Questa invece è simile a un’economia di guerra. Perché “ghiaccia” la produzione – molte fabbriche sono chiuse – ma congela completamente anche la domanda. E la riattivazione del circuito economico sarà lenta. Perché quando ripartirà la produzione, le persone avranno meno denaro in tasca per spendere e riavviare la domanda”.
Qual è la ricetta per riaccendere il motore dell’Italia?
“Lo Stato deve promuovere un imponente programma di investimenti. Direttamente, o tramite le grandi imprese controllate. Parlo delle infrastrutture del settore dei trasporti, come metropolitane e ferrovie, ma anche delle infrastrutture tecnologiche, come la rete 5G. Così facendo, si danno i soldi a tante persone, rimettendo in moto la domanda aggregata. Il problema, però, sarà la disoccupazione. Penso al commercio al dettaglio. Se le attività si fermano per troppo tempo, chi lavorava già prima con margini di profitto molto bassi non sarà più in grado di riaprire. Anche perché questa pandemia ha impresso un’accelerazione ad alcuni comportamenti dei consumatori. Non sono convinto che la gente tornerà a spendere nei negozi fisici, dopo aver comprato a lungo online. Un altro settore che uscirà massacrato dalla crisi è quello turistico, che vale il 15% del nostro Pil. In questi giorni, alcuni studi stanno approfondendo l’impatto psicologico sulle abitudini dei viaggiatori. Bisognerà capire cosa succederà, quando l’emergenza sanitaria sarà cessata”.
Finora abbiamo parlato solo di lavoro ed economia. Oltre ad analizzare scenari macroeconomici, come trascorre le sue giornate?
“Mi manca la mia vita prima del Coronavirus. Mi manca la corsa mattutina a Villa Ada. Le uscite con mia moglie a cena a piazza Vescovio o a piazza Crati per parlare in tranquillità. Oppure le due ore passate al cinema King di via Fogliano. Adesso continuo ad alzarmi molto presto, verso le 6, poi passo in rassegna i quotidiani, do un’occhiata all’andamento delle borse asiatiche e commento la giornata economica su Linkedin e su Facebook con la rubrica #ilmondoin200parole. Poi inizio una serie di riunioni da remoto con i miei collaboratori e con i miei clienti”.
Riesce a trovare un po’ di tempo per sé?
“A pranzo. Con mia moglie e le mie figlie sfruttiamo un ampio terrazzo condominiale. Ho una vista su Villa Ada che mi rinfranca. La sera, invece, coltivo i miei hobby. Leggo molto. Dipingo a olio. E poi ho ripreso a scrivere: sto lavorando a un nuovo romanzo (l’ultima opera di Cutillo è stata “Quel brutto pasticcio di Piazza Santiago”, Vertigo Editore, 2019). Il momento attuale sta offrendo molti spunti. Purtroppo”.
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