14 Novembre 2018 - 11:09 . Trieste-Salario . Cronaca

Atac, gli utenti bocciano il servizio. Ma nessuno ha votato al referendum

Viale Eritrea-Sant'Emerenziana
Viale Eritrea-Sant'Emerenziana

“Votare? Tanto non serviva a niente. Era solo un parere non vincolante”. La voce di Ennio Ascioni, che per vent’anni ha vissuto nel Trieste-Salario, è il riflesso di quanto emerso dal referendum consultivo di domenica 11 novembre per la liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico. L’affluenza minima ha impedito il raggiungimento del quorum, e la situazione resta identica. Atac non piace ai residenti del Trieste-Salario, ma non abbastanza per andare a votare. Nessuno degli intervistati ha fornito il proprio parere alle urne, ma tutti pensano che il servizio debba cambiare. “I mezzi pubblici sono migliorati negli anni – ci spiega Ennio – e nonostante le attese siano ancora molto lunghe, ormai non ho più voglia di arrabbiarmi per qualcosa che non posso cambiare”. La rassegnazione, quindi, è il motivo del suo non-voto.

Stesso discorso per Anna Maria Borin e Angelo Pesce, anche loro residenti del Trieste-Salario. Stanno aspettando l’autobus da circa mezz’ora alla fermata di viale Somalia, davanti all’ingresso di parco Don Baldoni. Eppure nessuno dei due si è presentato al seggio elettorale domenica scorsa. Anna Maria stava poco bene, come ci spiega. Angelo, invece, era scettico. “Tanto – sottolinea – non cambia mai niente”.

“Per l’uso che faccio dei mezzi pubblici, il servizio non mi sembra male. Ma io non vado di corsa”. Sorride, Pasquale Ilardi. Nessuno gli corre dietro. È pensionato e le sue giornate sono scandite da piccole commissioni quotidiane. La colpa del suo voto mancato? “La mia tessera elettorale è scaduta, e nessuno mi ha spiegato che non era necessaria per presentarsi alle urne. Il servizio d’informazione avrebbe dovuto essere più completo”.

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