C’è chi non si accontenta di una semplice bici. Per le strade del Trieste Salario non è raro vedere Angelo pedalare con il suo poderoso mezzo da quasi 90 kg. Inseparabile compagno di viaggio è il cane Gipsy, un trovatello di due anni che segue il suo padrone per le strade del quartiere.

Vivono a Castel Madama, poco sopra sopra Tivoli. Angelo ha 43 anni e una casina di campagna, dove al ritorno trova in somarello ad aspettarlo. A Roma scende per fare volantinaggio, lavora per una società del quartiere e anche d’inverno lo si vede coi pantaloncini corti, “Ma poi quando entra da noi si copre  con un pantalone lungo e una maglia”, racconta la proprietaria di forno di via Sebino. “È un nostro storico cliente, una persona gentile con cui si parla amabilmente.”

Incontriamo Angelo fuori dal locale, la sua bici attira le attenzioni di tutti i passanti. Occhi verdi luminosi, carnagione abbronzata e cosce da Tour de France, ci racconta qualcosa di sé. “Sto lavorando a un dispositivo che mi permetta di vedere su piccolo monitor le vetture che arrivano da dietro. Voglio rendere più sicura la mobilità su due ruote. Pedalo 12 ore al giorno, circa 39.000 km all’anno. Quando il mio progetto sarà  concluso, la bici sarà sicura come una macchina di nuova generazione e luminosa  come un tir. Certo, un prodotto del genere non è maneggevole per tutti, l’ho tarato su di me, ma il concetto di base è accrescere la sicurezza delle bici. Ora scusa devo andare, domani scendo verso Frosinone dove lavorerò per una fiera. A me la vita piace così”.

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