Trieste-Salario | Agata Guerra

“Il mio legame di sangue con Amatrice”

di Emiliano Magistri

“Abbiamo esorcizzato il dolore del terremoto cercando di aiutare chi è rimasto su”. Il terremoto è quello del 24 agosto 2016. “Su” è Amatrice, la cittadina in provincia di Rieti, spazzata via da quella maledetta scossa. Chi parla è Agata Guerra, architetto, originaria di Capricchia, una delle decine di frazioni della conca amatriciana devastate dal sisma. Vive nel Trieste-Salario e, come gran parte del quartiere, è legata a doppio filo con quella terra.

È la moglie di Carlo Maria Villani, il primario di Oftalmologia all’ospedale San Giovanni di Roma, residente a corso Trieste, scomparso lo scorso 17 settembre. Quel 24 agosto non riesce a dimenticarlo: “Eravamo nella nostra casa di Capricchia insieme a nostra figlia e ai nostri nipotini. La corrente è saltata, la casa ha iniziato a tremare, ma siamo riusciti a far uscire i bambini. Lì per lì non ci siamo resi conto della tragedia, lo abbiamo capito dopo”.

L’impegno a dare una mano è stato spontaneo e immediato. Anche da parte del marito: “Carlo amava quei luoghi perché lì riusciva a estraniarsi dalla sua vita ospedaliera caratterizzata dal dolore dei pazienti. Lui in quel periodo era presidente del Lions Club di Amatrice e quindi ha coinvolto anche gli altri gruppi dell’organizzazione, sia italiani che stranieri, per organizzare iniziative e raccolte fondi. Io stessa ho fondato l’associazione Terra di Amatrice Onlus“.

Agata Guerra è architetto e, per il comune colpito dal sisma, rappresenta una vera e propria memoria storica: “Mi chiedono aiuto nel ricostruire la storia delle singole frazioni e, come architetto, do il mio contributo volontariamente. Non riuscirei, a livello professionale, a essere distaccata”. La casa di famiglia, a Capricchia, c’è ancora: “Purtroppo è considerata inagibile perché sono crollate tutte le altre intorno. Lo scorso 19 agosto sono iniziate le procedure per demolire gli altri edifici della nostra frazione. Speriamo di poter rientrare preso a casa nostra”.

Il legame con Amatrice resta e ancora oggi, Agata, insieme alla sua Onlus, continua a impegnarsi per quella terra: “Insieme al San Leone Magno abbiamo promosso delle borse di studio a Dublino, visto che per mancati accordi con le amministrazioni locali, la scuola non era riuscita a individuare una destinazione per i fondi raccolti. Il 25 luglio, alla Royal Academy della capitale irlandese, è stata organizzata una cena a base di prodotti amatriciani che abbiamo inviato appositamente. Speriamo di poterla ripetere, prossimamente, anche a Londra, in una delle case generalizie dell’istituto”.

LEGGI lo speciale su Amatrice (a cura di Daniele Galli)

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