Dalla parte dei giovani
Roma è da anni una città poco accogliente e attrattiva per i giovani, tutta sulle spalle delle famiglie, più o meno benestanti. In tempi di pandemia, con la chiusura delle attività e la crisi che morde, il problema giovani si mostra in tutta la sua fragilità.
Eppure c’è chi li insulta o li guarda con disprezzo. Li prenderebbe a calci o li definisce come soggetti unicamente consumatori di alcool e droga.
Per me, che ho vissuto la mia adolescenza negli anni 70, tutto questo livore nei confronti dei giovani di oggi appare assolutamente incomprensibile.
Roma negli anni ’70 inizio anni ’80 è stata teatro di grande violenza, di un vero e proprio clima di guerra. Sovrapposizioni di lotta giovanile che rivendicava diritti, molti dei quali assolutamente fondamentali, con oscure questioni complesse dove entrarono in ballo paesi esteri, servizi segreti ed equilibri geopolitici mai disvelati fino in fondo. A tutto questo si aggiungeva una moltitudine di forme di criminalità più o meno organizzata e, sullo sfondo, la crisi del petrolio, con il fermo del lavoro in molte fabbriche ancora presenti sul territorio romano e le domeniche a piedi.
Sul fronte droghe impazzava l’eroina che mieteva vittime o ragazzi difficilmente recuperabili e poi c’erano i delitti di vario stampo, a Roma si uccideva e si uccideva parecchio. Ci ritrovammo non pochi caduti, con stele o piazze intitolate. Le rapine si facevano a mano armata, si sparava. Si sentivano le bombe risuonare, nelle sedi di partito o nelle discoteche. Si doveva stare attenti a come ci si vestiva a seconda di dove si andava per non essere aggrediti da quelli di destra o da quelli di sinistra. E poi, gli scippi, i furti di auto, di motorini o di autoradio. Le case svaligiate da cima a fondo al rientro dalla villeggiatura e la stagione drammatica dei rapimenti.
Ricordo una collega di università alla Luiss, dal volto triste, che veniva a lezione con la sua golf blindata! Famiglie intere trasferite all’estero per salvare i figli dalle lotte politiche o dalla paura dei rapimenti. Qualcuno ci ha rimesso la pelle, qualcuno è finito in galera, qualcuno paga, ancora oggi, le conseguenze di quegli anni davvero di piombo, in tutti i sensi.
Nel 2021 prendersela con i ragazzi che hanno solo il demerito di avere a disposizione la movida, spesso condotta da chi non vorremmo in città ma che non abbiamo saputo fermare, fa capire quanto poco si è coscienti dello stato delle cose. È purtroppo una questione di memoria. Perché la maggior parte di quelli che insultano o parlano male di questi ragazzi ha l’età di chi dovrebbe ricordare cos’era Roma. Ed era tutt’altro che una Roma pacifica e sicura.
Forza ragazzi, sono con voi! Lottate per pretendere degli spazi pubblici organizzati e curati, perché Roma deve essere anche vostra!