La “purpurea cascata” e i colori delle metamorfosi autunnali di Villa Ada
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
Questa frase di Italo Calvino è la guida del lavoro di conoscenza e divulgazione degli alberi, erbe e fiori di Villa Ada che svolgo da molti anni attraverso le visite e i libri.
Inaspettate metamorfosi
Siamo entrati in autunno la stagione delle continue e inaspettate metamorfosi. Godiamo dei suoi frutti e dei variopinti tappeti di foglie, ma spesso la associamo solo alla fine della vita della natura e anche nostra. Certo la morte fa perdere l’unicità, ma la vita degli uomini e della natura continuerà se saremo capaci di mettere l’ambiente come problema principale da risolvere.
Le radici degli alberi spogli continuano a vivere e crescere e alcuni alberi in questo periodo cominciano a fiorire (come il nespolo e il nocciolo) e a produrre frutti come l’euonimo. Ci permettono di vedere insieme fine e inizio. Non c’è del resto fine senza inizio. Può essere perciò anche un momento di bilanci e progetti per il futuro. Non a caso il segno zodiacale è la Bilancia.
La “berretta del prete”
Un piccolo arbusto cespuglioso spontaneo che in autunno a Villa Ada si fa notare è l’euonimo (Euonymus europaeus L.): ha i rami verdi, le foglie porporine che scendono a terra formando una colorata cascata insieme ai frutti rosa, aperti su semi di un lucido arancione, simili a lanterne cinesi. I frutti, molto decorativi, somigliano anche ad una berretta, al tricorno che usavano i preti di campagna (da qui anche il nome volgare “berretta del prete”). Il mese di dicembre è il periodo dell’anno in cui si può ammirare in tutta la sua bellezza.
Il nome scientifico euonimo deriva dalle parole greche eu o ev “buono, bene” e ònoma “nome” (buon nome). Euonima la benevola secondo la mitologia greca era la madre delle Eumenidi. Le Eumenidi (Erinni, le furie per la mitologia romana) impersonificavano la vendetta perché punivano i delitti, soprattutto quelli familiari, e la madre, se i colpevoli si pentivano, li perdonava. Il “buon nome” potrebbe far pensare ad una pianta di buon augurio, in realtà tutta la pianta è tossica soprattutto i semi.
I giovani rami carbonizzati vengono usati come mina o carboncino per i pittori perché si cancella facilmente. Il legno era utilizzato come fuso per filare la lana, da qui l’altro nome fusaria o fusaggine. Si producono anche ferri da calza, spiedini, stuzzicadenti, archi, archetti e viole. Con l’olio, i saponi.
Le poesie per il parco
Questi tre haiku (componimenti poetici nati in Giappone nel XVII secolo) autunnali scritti dai partecipanti alla fine di una visita all’interno di Villa Ada.
Illuminano il mio colore
i colori dell’autunno.
Luminosi
i gialli, i rossi, i marroni
ci accompagnano
nella trasformazione.
Corteccia d’argento
in colori d’autunno
ma i fiori non mancano
e i profumi nemmeno.