2 Giugno 2019 - 13:08 . Nomentana . Cronaca

Rino Gaetano, così la portinaia di via Nomentana ricorda quel terribile giorno

Rino Gaetano
Rino Gaetano

Il giorno in cui Rino Gaetano morì, Rita se lo ricorda bene. Era il 2 giugno 1981 e come ogni mattina entrò in servizio nella portineria di via Nomentana Nuova 55. Poche ore prima il cantante di Montesacro aveva avuto un grave incidente all’incrocio con via Carlo Fea, di fronte al centro sportivo San Leone Magno. Quando Rita seppe che Rino non ce l’aveva fatta, andò al civico 53, dove la madre del cantante, Maria, viveva con tutta la famiglia ed era a sua volta portinaia. Le due donne erano colleghe e amiche. “La trovai disperata”, racconta. “Piangeva. Ripeteva: “Povera Amelia, povera Amelia”, che era la fidanzata storica del figlio. Dovevano sposarsi da lì a poco e la madre non si dava pace. Stavano finendo di costruire casa a Mentana. Una bella villetta con la terra intorno, c’ero stata con Maria. Quel giorno però tutti i sogni finirono”.

Quel maledetto 2 giugno Rita aveva 25 anni, e da allora di anni ne sono passati 38. Ancora oggi fa la portinaia a Montesacro: “Rino aveva genitori squisiti, a cui era molto attaccato. La mamma era una donna amorevole. Per consentire al figlio di suonare era venuta qui da via Cimone, dove abitavano, perché lì non era possibile esercitarsi in casa. Per un po’ abitarono nel sottoscala, poi presero un appartamento sopra, per stare più comodi”.

Il 4 giugno si tennero i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in cui Gaetano avrebbe dovuto sposarsi. Ci fu una grande partecipazione, dal quartiere, come dagli amici più cari. “Lo ricordo brillante”, prosegue Rita. “Era un ragazzo con un’intelligenza viva e un grande estro, ma non si metteva mai in mostra. In gruppo al bar qui accanto non amava stare al centro dell’attenzione. Con i suoi dischi ci aveva resi orgogliosi tutti”.

Ancora oggi, a via Nomentana 355, un altarino popolare, fatto di foto sbiadite, frasi ricordo e fiori secchi, ricorda il punto in cui Rino si schiantò contro un camion. Probabilmente per un collasso, perse conoscenza e invase la corsia opposta. L’impatto non fu però mortale. il cantautore di Gianna e Ma il cielo è sempre più blu doveva essere operato d’urgenza, ma ben cinque ospedali rifiutarono il suo ricovero perché non avevano posto o non erano attrezzati.

Per uno strano caso del destino le parole de La ballata di Renzo, una canzone scritta da lui oltre dieci anni prima si rivelarono profetiche. Il brano racconta la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore dopo un incidente perché non accolto dagli ospedali in cui si reca:

«La strada era buia, s’andò al S. Camillo
e lì non l’accettarono forse per l’orario,
si pregò tutti i santi ma s’andò al S. Giovanni
e lì non lo vollero per lo sciopero.»

LEGGI lo speciale (a cura di Claudio Lollobrigida)