11 Marzo 2020 - 10:01 . Trieste-Salario . Cronaca
“Io, tassista del Trieste-Salario, mi difendo così dal Coronavirus”
“Ho separato la zona clienti con la zona guidatore con il nastro bio adesivo, noi tassisti siamo i più a rischio”. Così Gianluca Sciunzi, tassista ventinovenne del quartiere, si difende dalla diffusione del Covid-19.
“Ogni mattina entriamo in macchina come se dovessimo andare in guerra – spiega Gianluca a RomaH24 – Ci difendiamo con gel, mascherine o nastri per separare i posti davanti con i posti dietro, ma dire che non siamo tranquilli è dire poco”.
Da giorni, la vita del tassista è così. Poche tratte, Pochi clienti, tutti potenziali diffusori del Covid-19. Non bastano i gel disinfettanti o le mascherine, il timore di contrarre il virus c’è e non potrebbe essere altrimenti.
Gianluca, come vi state approcciando al Coronavirus?
“Noi tassisti siamo una delle categorie più a rischio e più penalizzate a livello economico. Molti miei colleghi hanno deciso di loro spontanea volontà di limitare le ore di lavoro o in alcuni casi di non uscire proprio”.
Quali accortezze igienico-sanitarie state adottando?
“In macchina non c’è distanza di sicurezza, rischiamo il contagio per ogni cliente che facciamo salire. Ci siamo tutti muniti di disinfettante per mani, di spray per la sanificazione e mascherine. La paura resta e anche la rabbia, perché il gioco non vale la candela”.
In che senso?
“Roma è deserta e non offre lo stesso lavoro di due settimane fa. A me capita di aspettare anche due ore tra un cliente e un altro. Non parliamo poi dell’aeroporto, dove non si riesce neppure a fare una corsa nell’arco delle 8 ore. Non parliamo poi delle zone turistiche, vuote completamente, direi quasi spettrali”.
Avete ricevuto aiuti o chiarimenti dalle istituzioni?
“Per ora no, ma io ci spero. Ci speriamo tutti. Le spese qui non si fermano, mentre noi tassisti purtroppo ci stiamo fermando”.
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