5 Maggio 2022 - 8:29 . San Lorenzo

San Lorenzo, il Comitato: alle istituzioni chiediamo una visione sul futuro del quartiere

di Clarissa Cancelli 

San Lorenzo è un quartiere con tante problematiche da risolvere: episodi di degrado, il fenomeno della mala-movida, lo spaccio di droga e la vendita abusiva di alcol. Ma è anche un luogo che può offrire a Roma e ai suoi cittadini grandi opportunità. Lo sanno bene i componenti del Comitato di Quartiere San Lorenzo, che da anni pongono alle istituzioni sempre la stessa domanda: “Qual è la vostra visione su questo quartiere e cosa volete realizzare?”. Il Comitato si riunisce nella Casa della Partecipazione, in via dei Sabelli. All’interno dell’edificio vengono fatti incontri, riunioni, dibattiti. Proprio qui, Roma h24 ha incontrato i membri del direttivo, del quale Katia Pace è presidente.

C’è stato un ampio dibattito sull’ordinanza del sindaco Gualtieri  per la chiusura dei minimarket alle 22. Secondo voi è stata utile per frenare la mala-movida nel quartiere?

“Sicuramente è stato un provvedimento utile rispetto a ciò che stava accadendo nel quartiere, però chiaramente non è risolutivo. Perché siamo di fronte a una problematica che va ben oltre la chiusura degli esercizi alle 22. Questo lo abbiamo sempre detto. Anche perché adesso siamo in una situazione in cui c’è anche meno movimento. Ma con l’arrivo della bella stagione e della chiusura delle scuole, i problemi legati alla mala-movida cominceranno a rifiorire. Un certo tipo di violenza è stato certamente un po’ soffocato dalla presenza della polizia nel quartiere, che ha fatto da deterrente. Grazie anche alle sinergie tra Municipio, Ama e la polizia locale abbiamo avuto dei riscontri positivi per il quartiere. Ma i fenomeni non si sono fermati e noi lo abbiamo denunciato da tempo. Abbiamo cercato delle soluzioni. Di certo non vogliamo la militarizzazione del quartiere. Ma un controllo del territorio, come quello che è stato recentemente messo in atto, in modo tale da evitare la presenza di decine e decine di ragazzi che pensano di potere fare tutto quello che vogliono e che tutto sia permesso. Era un quartiere ostaggio dell’aggressività e non si poteva più andare avanti. Questo provvedimento è stato quindi un palliativo”.

La presidente del II Municipio Francesca Del Bello ha detto che la prossima estate, dato che stiamo uscendo dalla pandemia, sarà molto meno opprimente per il quartiere rispetto alle precedenti. Voi cosa ne pensate?

“La movida prevalente era quella degli studenti universitari, che poi però, l’estate, ritornavano a casa, fuori Roma. Nel tempo quello che abbiamo visto in questi due ultimi due anni è che la popolazione che anima la movida è cambiata. Adesso ci sono tanti adolescenti, che d’estate non tornano nei loro paesi ma restano a Roma, perché è la città in cui vivono. Si tratta di una componente nuova che è quella più aggressiva. Gli adolescenti sono meno auto-controllati, hanno meno rispetto. Un ragazzo di 16 anni si sente di potere fare tutto.  Non sappiamo come sarà questa estate. Quello che sappiamo, però, è che da qui a luglio sarà un crescendo. I cori alle quattro di notte già cominciano a farsi sentire. Nonostante ci siano altre opportunità, se qui c’è la possibilità di pagare poco l’alcol, i ragazzi qui rimangono. Il problema è l’offerta di ciò che diamo: è tutto a basso costo”.

C’è una ragione specifica che porta a preoccuparvi di questo?

“Nell’avviso pubblico per l’estate a San Lorenzo 2022-2024 vengono menzionati come luoghi comuni Villa Mercede, Parco dei Caduti, Largo degli Osci e piazza dell’Immacolata. Non c’è alcuna menzione di Largo Passamonti e questo ci allarma molto. Cosa significa? Rimarrà un luogo deserto e abbandonato o intendono riconsegnarlo a chi ha devastato il quartiere? Noi esigiamo una risposta rispetto a questo. L’appalto è stato sospeso e ci è stato assicurato che non sarà di nuovo concesso a Remuria. Ma vorremmo una sicurezza in merito. Inoltre vorremmo che questi progetti culturali fossero davvero tali. Perché c’è il rischio che diventino altro: luoghi in cui si vende alcol e in cui si insinua lo spaccio di droga. Per questo vorremmo che ci fosse un controllo. Non vogliamo che in quattro parti del quartiere si riproponga lo stesso scenario di Largo Passamonti”.

Che cosa vorreste chiedere alla presidente Del Bello e al Municipio?

“Quello che chiediamo alla presidente è quale visione ha l’Amministrazione su San Lorenzo. Quali idee? Cosa vuole fare per invertire la rotta? Dobbiamo pensare a una visione generale, perché è inutile continuare a mettere delle toppe qua e là, bisogna prevenire. Noi le proposte le stiamo facendo: il rilancio del quartiere non può esserci senza un minimo contenimento dello spaccio di droga e del miglioramento del decoro. Ma è l’idea che si dà di San Lorenzo a dovere cambiare. Non un quartiere dove si può tutto, dove l’alcol si procura a poco prezzo e dove tutto è lecito. Ma offrire qualcos’altro. Noi pensiamo che promuovere l’artigianato, una connotazione storica del quartiere, sia un modo buono per potere fare ripartire la rinascita del tessuto economico e sociale. La politica se vuole, può programmare e indirizzare. Noi siamo qui per il confronto, per proporre idee, per dare uno stimolo. Ma chiediamo una visione un po’ più ampia e diversa del quartiere”.