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Vaccini anti-covid, un lettore: “Quanti medici sono attrezzati per somministrarli?”
Pubblichiamo la lettera inviata alla redazione di RomaH24 da Alberto Licata, 70 anni, giornalista, ex capo dell’ufficio stampa dell’Eni e residente nel Trieste-Salario. Licata interviene sulla questione della fase due della campagna di vaccinazione anti-Covid, quella che riguarderà gli over 80 e coinvolgerà anche i medici di base. L’adesione alla “chiamata alle armi” da parte dei dottori è volontaria, ma i requisiti da rispettare sono numerosi.
Scrivo perché vorrei dare un mio contributo alla vicenda che riguarda la vaccinazione Covid. Brevemente voglio solo ricordare che nei mesi scorsi abbiamo vissuto l’esperienza del vaccino antinfluenzale e non è stata un esempio di efficienza e di attenta organizzazione da parte dei vari uffici della nostra Regione. Comunque, è stata un insegnamento utile per evitare che si ripetano situazioni analoghe.
E veniamo al vaccino anti-covid. Siamo partiti bene. Abbiamo individuato l’aeroporto di massima sicurezza per l’arrivo dei vaccini, abbiamo scelto i siti dove sistemarli per un’idonea conservazione e abbiamo cosi iniziato “la più importante vaccinazione nella storia di Italia”, come è stata definita dagli esperti e dai politici.
Dopo un inizio promettente ora emergono i problemi. Una delle aziende che forniscono i vaccini, la Pfizer, ha recentemente informato le autorità del nostro Paese che ridurrà le forniture dei vaccini previste. E questo ha messo in crisi la tabella di marcia per le vaccinazioni anche nella nostra Regione. Infatti, la previsione di inizio della vaccinazione per gli over 80 slitta da 1° febbraio all’ 8° febbraio. E questo determinerà uno slittamento anche delle altre fasi programmate. Nel frattempo, siamo in attesa di utilizzo di altri marchi di vaccini. L’Italia ha fatto accordi con Moderna (che per ora non ha fornito un grande numero di flaconi) e con AstraZeneca che, però, non ha avuto ancora le previste autorizzazioni che dovrebbero arrivare presto. Ma anche AstraZeneca – notizia recentissima – sembra decisa a tagliare e rallentare le forniture previste.
Per completare il quadro riporto alcune notizie apparse sulla stampa in questi giorni. La prima è che sembrerebbe che la riduzione delle forniture dei vaccini deriverebbe dal fatto che alcuni Paesi sarebbero intenzionati ad acquistarli a prezzi superiori rispetto ai prezzi di acquisto previsti. E non è una bella notizia.
Inoltre, la Germania, al di fuori degli acquisti decisi al livello Comunitario e destinati a tutti i Paesi dell’Unione Europea, ha fatto accordi diretti con le aziende produttrici per la fornitura extra di 30 milioni di vaccini. E neanche questa è una bella notizia.
Ancora, i medici di famiglia hanno dichiarato la loro disponibilità per la vaccinazione; però si è appreso che le richieste di pensionamento di questi medici hanno superato del 20% le previsioni. E noi cittadini conosciamo bene l’importanza dei medici di famiglia ed il loro ruolo soprattutto nei momenti di difficoltà. I medici di famiglia hanno esperienza e la conoscenza dei loro pazienti. E questa è una considerazione di tenere ben presente. I pazienti infatti stimano il loro medico, si fidano e seguano tranquillamente le sue indicazioni. Inoltre, raggiungono senza faticosi trasferimenti gli studi dei medici.
La scelta stessa dei vaccini è importante perché i vaccini richiedono tipologie di conservazione diverse. E certamente i medici di famiglia non hanno i frigoriferi adatti e quindi va studiato un meccanismo che preveda l’invio dei vaccini ai medici di famiglia in modo puntuale e sicuro. A questo proposito vorrei segnalare una lettera/invito “un’istanza di manifestazione di interesse inviata dagli Uffici ASL ai medici di famiglia della nostra città che hanno dato la disponibilità per i vaccini agli over 80. I medici di famiglia devono dichiarare:
Di avere disponibilità di Dpi (dispositivi di protezione individuale) farmaci e attrezzature di emergenza.
Di essere in possesso di requisiti di capacità tecnica e professionale richiesti dall’avviso “per inserimento nell’elenco di Mmg (medici di medicina generale) in grado di poter eseguire la vaccinazione Anti sars / Cov -2”.
In particolare:
Di avere conoscenza delle procedure di sicurezza per la gestione dei Dpi e dei rifiuti speciali derivanti da tale attività, acquisite anche tramite formazione a distanza;
Di avere conoscenza delle procedure per la corretta effettuazione delle vaccinazioni secondo le specifiche redatte dalle rispettive case produttrici ed approvate dall’Ema ed Aifa;
Di avere conoscenza delle procedure per la gestione di eventuali eventi avversi connessi alla vaccinazione (ad es. conoscenza tecniche di Bls– basic life support), acquisiti anche tramite corso di formazione.
Di aver compreso la facoltà e volontarietà dell’adesione;
Di accettare la remunerazione prevista dall’allegato 1 all’avviso;
Di impegnarsi a rispettare tutto quanto previsto nell’avviso di cui il presente costituisce allegato per elenco Mmg vaccinatori
Varrebbe la pena porsi una domanda: ma quali sono le attrezzature di emergenza ora presenti negli studi dei medici di famiglia? Io – come tantissimi cittadini di questa città – frequento questi studi da anni e non ho mai visto alcun defibrillatore per esempio. Forse si prevede di dare in dotazione queste attrezzature ai medici di famiglia oltre alle apparecchiature idonee per lo smaltimento dei rifiuti speciali?
Insomma, le incertezze non mancano. Sono però fiducioso: ogni problema può essere superato con l’uso della logica e la conoscenza della realtà.
Un’ultima osservazione. Sulla vicenda vaccinazione anti-covid si possono fare previsioni organizzative, programmazione, si possono individuare aeroporti con tutte le garanzie possibili, portare i vaccini nei siti stabiliti con scorte militari, avere frigoriferi idonei per la conservazione fino a -80°, dotarsi di ulteriori risorse economiche, assumere medici e assistenti sanitari. E sperare che tutto funzioni. Ma c’è un punto che è fondamentale: la presenza dei vaccini. Il resto sono buone intenzioni e chiacchiere.