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Così il Cashback aiuterà il commercio nel quartiere

di Vincenzo Costabile

È operativo a tutti gli effetti il Cashback, la misura introdotta dal governo per incentivare la spesa con le carte di credito. Entro la fine dell’anno, per chi aderisce a questa iniziativa, a fronte di dieci operazioni di pagamento elettronico fatte nel mese di dicembre, è previsto il rimborso del 10% della spesa fino a un massimo di 150 euro.

A partire dal nuovo anno questo incentivo avrà invece una validità semestrale. Ma quanto il Cashback, grande novità di fine 2020, aiuterà il commercio in questo complicato momento di crisi? Ne parla a RomaH24 Giulio Anticoli, proprietario dello storico Kent di viale Somalia presidente dell’associazione Roma Produttiva.

GIULIO ANTICOLI

Anticoli, cosa pensa di questa misura?
“A mio parere l’iniziativa è molto valida, anche se lascia giustamente al cliente finale la scelta se spendere o meno. È una agevolazione sulla spesa, che in questo contesto andrebbe però indotta. Ad ogni modo l’iniziativa è lodevole perché è un modo per non aspettare gli eventi e cercare di condizionare un po’ il mercato”.

Il Cashback può essere un incentivo alla ripresa del commercio nei negozi tradizionali, visto che da questa misura sono escluse le spese online?
“Esatto, questa è un’ottima intuizione, assolutamente necessaria. Il passo successivo sarebbe mettere allo stesso livello fiscale il mondo online con quello reale. Creare un equilibrio, perché a oggi la lotta è abissalmente impari. Perché i venditori online pagano il 2% di tasse mentre i negozi arrivano a pagare il 74%. Quindi è ovvio che noi abbiamo perso, a livello economico”.

Adottare questa misura porterà anche a maggiori entrate fiscali per lo Stato?
“Certo. È ovvio che se io ho un concorrente che non paga le tasse lui può scontare il prodotto molto di più, può investire in pubblicità. Io invece rimango incastrato. Quindi nella logica propria del commercio questo è inammissibile”.

Quindi ritiene che questa misura adottata dal governo sia utile, ma potrebbero esserci degli incentivi maggiori.
“Sicuramente è una misura utile, ma va rafforzata. Ci deve essere una induzione alla spesa più forte. Che potrebbe essere anche la riduzione della aliquota Iva, come ha fatto la Germania per esempio. Anziché chiedere ai negozianti di entrare in saldi e sconti nel periodo prenatalizio, come sta succedendo adesso. Che va a ridurre ulteriormente il margine di guadagno del negozio e di conseguenza la sopravvivenza è più a rischio”.

Come pensa che potrebbe essere indotta la spesa dei consumatori?
“Io ipotizzavo di fare uno sgravio fiscale sulle tasse, che le persone devono pagare, e metterle su una carta di credito prepagata da spendere entro un anno sulla rete commerciale nazionale. A quel punto lo Stato rientrerebbe di una parte del capitale che viene speso, perché lo recupererebbe in tasse, e indurrebbe una economia che invece rimane alla libertà del singolo, e in questo difficilmente ripartirebbe.
Questo esempio della carta di credito prepagata è un’operazione che fa un noto istituto bancario europeo, che a fronte di un investimento mette una percentuale di interesse sulla carta di credito che, se non viene spesa dal cliente entro un anno, si perde. E deve essere spesa sui circuiti di negozi di vicinato. Pertanto è una operazione già sperimentata e funzionale. A mio avviso sarebbe il caso che venisse applicata in Italia per il rilancio dell’economia”.

Secondo lei ci possono essere anche effetti negativi rispetto a questa misura?
“No, direi di no. È una misura accettabile. L’unica criticità, che però è inevitabile, è che si usano soltanto i sistemi che utilizzano i circuiti bancari, e a quel punto dovrebbero essere detassate le carte di credito per il negoziante. Perché se la moneta deve circolare necessariamente per i canali elettronici, dovrebbe essere previsto per quelle spese uno sgravio dei costi”.

Come partecipare al cashback

È necessario scaricare su smartphone o tablet l’app IO, quella dei servizi della pubblica amministrazione accessibile via Spid, l’identità digitale dei cittadini, o tramite carta di identità elettronica.

In fase di registrazione bisognerà poi dichiarare di esser maggiorenni residenti in Italia e che gli strumenti di pagamento registrati vengono utilizzati “esclusivamente per acquisti effettuati fuori dall’esercizio di attività d’impresa, arte o professione”. Successivamente dovrete indicare il codice fiscale da abbinare agli strumenti di pagamento ammessi, oltre all’Iban per gli accrediti dei rimborsi. Il primo di questi, relativo allo shopping di Natale, arriverà a febbraio. Quelli successivi, invece, entro sessanta giorni dal termine del semestre di riferimento.


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