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Camellini: “Il Museo della Shoah? Grande opportunità”
di Gianluigi Spinaci“Il Museo della Shoah? Sarebbe un’opportunità importante per il quartiere e per tutta la città”. A parlare è Arianna Camellini, nuova assessora alla Cultura nella giunta del II Municipio a cui sono state affidate le deleghe alle politiche culturali, universitarie, per la ricerca e il lavoro, memoria, partecipazione, fondi europei e patrimonio.
Bolognese, classe 1973, Camellini svolge la professione di commercialista ed è membro della Direzione regionale del Pd, con la passione per la politica coltivata da quando era ragazza. Abita al quartiere Africano, è sposata con due figlie e vive a Roma dal 2006. A RomaH24 ha raccontato i suoi prossimi progetti per il quartiere e per tutto il territorio del Municipio.
Assessora Camellini, da quanto ha potuto constatare nei primi giorni del suo nuovo incarico, che idea si è fatta della situazione culturale nel nostro Municipio, in particolare in questo periodo di emergenza dovuta al Covid?
Ci sono tanti progetti attivi, soprattutto in ambito culturale, che sto approfondendo e in cui voglio dare il mio contributo. Quello della cultura è un comparto che si trova in grande difficoltà in questo momento e su cui bisogna intervenire in modo massiccio. Da subito ho visto una grande disponibilità e un grande fermento. In questi giorni ho iniziato a sentire alcune associazioni culturali per far sentire loro la mia vicinanza.
Quali obiettivi si è posta per i prossimi mesi? Dove ha intenzione di concentrare maggiormente i suoi sforzi?
Sono partita dalla cultura e dalla memoria, ma via via affronterò ogni aspetto legato alle deleghe che mi sono state assegnate. In particolare voglio portare avanti la relazione con le università e con i ricercatori, visto il ruolo fondamentale che svolge la scienza.
Nel Nomentano, a proposito, si trova la più grande università d’Europa, la Sapienza. Ha in mente dei progetti in particolare per valorizzare questa ricchezza del nostro Municipio?
Il Municipio ha ottime relazioni con la Sapienza, che sono state coltivate anche dalla stessa presidente e dagli altri assessori. Anche con la Luiss c’è un buon rapporto. Sono sicura che in questo periodo potremo continuare in questo senso, partendo proprio dagli “Stati generali della cultura” su cui la Sapienza darà certamente la propria disponibilità a partecipare e a contribuire. Ne sono sicura.
L’iter per la costruzione del Museo della Shoah a Villa Torlonia è alle fasi finali. Manca solo l’ok del Comune. Pensa di intervenire per sollecitare lo sblocco di questo stallo?
Sarebbe un’opportunità per la città ma parliamo di un tema importante e delicato. Prima di dare un giudizio, però, vorrei approfondire meglio il tema e sentire tutte le parti coinvolte. Il Municipio, comunque, è pronto a dare il suo contributo.
Nel Nomentano non ci sono librerie, a parte quelle universitarie. Secondo lei a cosa si deve questa situazione? Sarebbe possibile intervenire in qualche modo?
Questo è stato un periodo di crisi anche per le librerie. Il Municipio ha realizzato il progetto del “Festival delle librerie indipendenti” per sostenerle. Il Covid ha interferito nei progetti di espansione delle attività, soprattutto quelle culturali. Se c’è una necessità o una domanda di sostegno in questo senso da parte del territorio va sicuramente ascoltata e bisogna intervenire.
Che ruolo può svolgere la cultura in un momento così difficile dal punto di vista sociale per i cittadini?
Il II Municipio ha lanciato il progetto degli “Stati generali della cultura” proprio per fare rete tra grandi e piccoli operatori che lavorano nel settore culturale. L’obiettivo è quello di creare e valorizzare il nostro patrimonio, mettendolo a disposizione di tutta la città e dei cittadini del II Municipio. Ritengo che questo sia l’unico modo per uscire insieme da questa crisi, attraverso una crescita non solo culturale e sociale ma anche economica, puntando in particolare sul turismo.
Spesso luoghi di cultura e meraviglie del quartiere finiscono preda dei vandali. Come si può garantire più controllo?
Ci vuole innanzitutto una cultura del rispetto: tutto parte dall’educazione. Non basta una cancellata o la presenza della polizia davanti a un’opera d’arte: tutto questo arriva dopo. Una telecamera può aiutare a identificare chi ha compiuto l’atto vandalico, può dissuadere, ma se non c’è una cultura del rispetto verso il nostro patrimonio storico artistico, non serve a nulla.
Parchi: sviluppare più iniziative culturali può garantire alle ville storiche anche un maggiore decoro e sorveglianza?
Le ville storiche sono inserite nel percorso che stiamo portando avanti con gli “Stati generali della cultura”. Vogliamo creare una rete che consenta di riempire di vita e di attività i nostri parchi e le nostre ville.
Il suo mandato scadrà tra pochi mesi, quando ci saranno le prossime elezioni amministrative. Ha intenzione di candidarsi per continuare il suo lavoro nel Municipio?
Io penso che mi candiderò ma non è questo lo spirito con cui ho accettato questo incarico, che mi ha onorata e emozionata. Quando ho deciso di assumere questo ruolo l’ho fatto per cercare di rendere orgogliosi i cittadini e chi ha avuto fiducia in me. Per questo lavorerò con passione.