23 Marzo 2022 - 13:39 . Nomentano . Cronaca
Ucraina, parte la petizione degli studenti per chiedere alla Sapienza una presa di posizione
L’assemblea degli studenti, dottorandi e ricercatori del dipartimento di Fisica della Sapienza ha lanciato una petizione chiedendo una presa di posizione da parte dell’Ateneo in seguito all’aggravarsi dell’escalation militare in Europa.
“Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo ucraino e la totale condanna dell’attacco russo, ma riteniamo che ciò non sia sufficiente– si legge nella petizione-. Serve una forte presa di posizione da parte della comunità accademica tutta per contribuire alla pace, mobilitandosi, facendo pressione sulle istituzioni, esprimendosi pubblicamente sui media. Il rischio che l’attuale crisi internazionale sfoci in un conflitto nucleare globale è molto alto, pertanto non possiamo permetterci di rimanere indifferenti”, si legge.
L’iniziativa ha già raccolto centinaia di adesioni, fra le quali quella di di Carlo Rovelli, Angelo D’Orsi, Christian Raimo e Tomaso Montanari.
Gli studenti denunciano “otto anni di inazione dei governi europei di fronte al grave deterioramento di una guerra già in atto in Ucraina, la blanda presa di posizione dell’istituzione Sapienza Università di Roma, nonostante il suo peso come ateneo, la pluriennale vendita di armi a Russia e Ucraina da parte di diversi paesi europei, l’inesistenza dell’Unione europea in questa crisi, dimostratasi totalmente subalterna all’agenda politica statunitense, l’inazione e la mancanza di credibilità da parte dell’ONU in questa crisi, nonché l’assenza dei caschi blu; la pericolosa corsa al riarmo in tutta Europa, con l’esempio eclatante della Germania” e “l’idealizzazione della NATO, nonostante le responsabilità nella crisi attuale”.
Queste alcune delle denunce fatte dai promotori, che chiedono un impegno concreto per la de-escalation e la smilitarizzazione da parte del governo italiano e dei governi d’Europa e soprattutto “la sospensione in tutta la Sapienza delle collaborazioni con produttori di armi o enti militari, come Leonardo s.p.a. e NATO, l’organizzazione di un’accoglienza adeguata, solidale e senza discriminazioni dei rifugiati e delle rifugiate provenienti dall’Ucraina e la costruzione di reti di supporto locali e internazionali” e “che a livello accademico si aiutino gli studenti e le studentesse provenienti dall’Ucraina con mezzi dedicati, ad esempio individuando delle figure come tutor personali per ognuno, che si formi una rete di solidarietà con le comunità russe ad alto rischio, dati il crescente isolamento prodotto dalle sanzioni occidentali e l’esclusione da informazione e stampa libera causati dalla repressione putiniana”.
Dunque, una presa di posizione da parte della comunità accademica al livello europeo che promuova il conseguimento della pace, “indipendente dalla contrapposizione tra blocchi, e in sostegno al popolo ucraino”.
I firmatari hanno poi espresso la loro solidarietà ai “milioni di cittadini e cittadine russi che si stanno mobilitando per la pace, affrontando le dure repressioni e gli arresti del regime di Putin, così come alle tante personalità accademiche che si stanno esprimendo contro l’invasione in corso, rischiando il loro posto di lavoro ed esponendosi altrettanto ai rischi che corrono i manifestanti nelle piazze”.
“E’ nostra intenzione – proseguono – costruire reti di relazioni con altri atenei a livello locale e nazionale, nonché con i movimenti pacifisti che stanno nascendo nei contesti pubblici nazionali ed internazionali. Rilanciamo in ogni facoltà e dipartimento la mobilitazione e la discussione, per raggiungere una più larga attivazione della comunità accademica”, concludono.